Il bianco e il nero – 3552 visitatori in sette mesi. Tolti i visitatori convenuti in occasione delle due mostre svoltesi quest'anno, a Villa Mirabello, l'archeologia 'pura' ha attirato 922 visitatori. All'incirca 130 al mese, più o meno cinque al giorno. Punto sul vivo dalle recenti esternazioni del titolare del bar annesso, "un museo vuoto, un parco non frequentato, costretto a chiudere il mio locale", Villa Mirabello ha risposto a mezzo stampa. L'occasione per ricordare al pubblico la consueta apertura serale del primo sabato del mese, fino alle 22, è servita per rilanciare le doti e i pregi della Villa posta alle spalle di Palazzo Estense, prospiciente un parco, affollato di ragazzi in tempi di scuola, svuotato in buona parte durante la calure estiva.
Le novità sconosciute – Doti ancora in parte misconosciute ai varesini: accorsi in buon numero quest'anno per la mostra "A che tante facelle", con il planetario incorporato – tanti, tanti visitatori, soprattutto studenti, poco più di 2200 gli accorsi – ma quanto al resto, ancora abbastanza indifferenti alla veste tutta nuova del museo. Il restauro è ancora fresco, nuovo l'allestimento della sezione romana, così come, da scoprire per molti sono le novità ultime apprese durante gli scavi all'Isolino Virginia, in mostra temporaneamente al primo piano del Museo.
La coppa e l'astragalo – Ecco allora l'invito del direttore Pedroli: "Anche sabato, in notturna, fino alle 22, si facciano due passi nello splendido parco di Villa Mirabello, accessibile da piazza della Motta, per scoprire la collezione del Museo, che contiene reperti di grande importanza e bellezza".
Serve elencarli: la coppa di vetro detta "Cagnola", un unicum nel suo genere, richiesta ed esposta a New York nel 1988 in occasione della Mostra "I vetri dei Cesari"; i corredi delle tombe di Mercallo dei Sassi e quelli delle necropoli della Rasa di Velate; le preziose monete di età repubblicana ed imperiale, il famoso peso a forma di astragalo di Biandronno.
Museo ingessato – Un patrimonio che appare ingessato nonostante gli sforzi economici degli ultimi anni per rinnovare l'aspetto esteriore e le proposte allestitive. Sconta, Villa Mirabello, una storica immobilità, una certa autoreferenzialità interna, acuita oggi dall'incompletezza, ci si augura ancora per poco, dei materiali esposti e dalla scelta di abbondonare il campo dei laboratori didattici. Che sempre più si stanno confermando come il vero fattore trainante, per non dire di cruciale centralità, di ogni istituzionale museale moderna; la chiave per attirare pubblico. E' difficile pensare che chi non va nel pomeriggio, affronti l'archeologia in notturna. Forse bisognerebbe inventarsi qualcosa di più.