"Reflections vuol dire molte cose: significa immagine riflessa ma anche introspezione, desiderio di conoscere, di guardare dentro se stessi in profondità. Ma una cosa è certa: acquista più valore con il dono del tempo".
Kira Perov, compagna nella vita e nella professione di Bill Viola, introduce così la grande mostra allestita in Villa Panza a Varese fino al 28 ottobre.
Un'esposizione eccezionale che richiede molto tempo per la visione perchè è essa stessa un invito a concedersi una pausa, a rivolgere uno sguardo approfondito alle cose e alla vita.
"Questa accoglienza così calorosa quasi mi imbarazza ha confessato Bill Viola – ma sono contento perchè siamo quì questa mattina per raccontarci e condividere qualche cosa. E soprattutto siamo quì, convinti che l'arte sia un lavoro serio. La conoscenza è un po' come una salita di
una montagna, ma c'è una zona d'ombra che preferisco e che non viene insegnata in nessun corso di nessuna scuola: è quella del mistero, di ciò che non possiamo conoscere e comprendere fino in fondo".
Ad introdurre la rassegna, anche Salvatore Settis, Professore alla Normale di Pisa, che ha ricordato la sua amicizia con il conte Panza e ha sottolineato non solo i debiti di Viola nei confronti dell'arte antica, quasi si trattasse di una staffetta a senso unico. Nelle stanze della dimora di Biumo si rimette in circolo tutto e si torna a ri-guardare l'arte del passato – così come la natura e le stelle – dopo aver messo gli occhi su Bill Viola.
"Bill Viola è un pittore che dipinge con il video. Del resto, la tecnologia si è sempre accompagnata all'espressione creativa, fin dall'epoca delle caverne", ha spiegato Settis.
Negli undici video vengono portate a galla questioni profonde, istanti fragili eppure stabili, grandezze senza certezze, e si sviluppa una dinamica per cui uno sguardo sui contributi di Viola porta ad averne uno più profondo sulla vita.