Lezioni milanesi – Era il 15 aprile 1985 e all'Università Cattolica di Milano, Zeri diceva: "Berenson, lo posso testimoniare di persona, sosteneva che la storia dell'arte è un grande gioco d'azzardo, nel quale vince chi possiede più fotografie. Modo molto unilaterale di vedere le cose, perché si può benissimo, con l'aiuto di una enorme documentazione fotografica, scoprire l'autore del quadro e poi non capire assolutamente nulla di quello che l'autore volesse dire". Ed era il 5 ottobre 1998 quando "si ruppe" il cuore di uno dei più acuti storici dell'arte dello scorso secolo. La sua lezione? Studiare, studiare, studiare. Guardare, riguardare e tornare ancora a guardare, confrontare, annotare. Una caccia grossa. Una caccia all'immagine. Guardando una foto del suo studio, non si contano i cataloghi, le monografie, i faldoni ricolmi di foto, ritagli di giornale, interi archivi tesaurizzati.
Il catalogo on-line – A tirar tardi su Internet, si trova l'archivio fotografico privato di pittura italiana più grande del mondo. Ci si arriva dal sito www.fondazionezeri.unibo.it: nel catalogo on line a tutt'oggi sono consultabili 82.587 immagini. Ma l'archivio della Fondazione di Bologna conserva – oltre al ricchissimo fondo della "Pittura italiana" di circa 150.000 fotografie – anche importanti nuclei dedicati alle arti applicate (oltre 18.000 fotografie), all'archeologia (3.605), all'architettura (8.806), alla scultura italiana (15.971), al disegno (circa 12.000), alla miniatura (5.527). Argomenti che mostrano l'ampiezza degli interessi di Zeri, l'instancabile curiosità e passione che lo animavano. L'archivio fotografico conta circa 290.000 fotografie di opere d'arte che lo studioso aveva ordinato in circa 10.000 cartelle, a loro volta conservate in oltre mille contenitori. Si tratta in massima parte di stampe su carta in bianco e nero, di vari formati e tecniche.
Certe cose non hanno prezzo – Per alcuni settori, come la pittura dal Duecento al Cinquecento, la quantità e la qualità delle immagini costituiscono un unicum che non ha equivalenti. Di alcune opere o importanti cicli pittorici, l'archivio conserva intere campagne fotografiche che riproducono integralmente i particolari dei dipinti e, in molti casi, documentano restauri storici. Si ricordano, tra le altre, le campagne fotografiche sugli affreschi della cripta del Duomo di Anagni, le Cappelle Bardi e Peruzzi dipinte da Giotto e documentate prima dei restauri del 1958-1961, il ciclo del Perugino nel Collegio del Cambio a Perugia. Opere oggi disperse o irrimediabilmente perdute, inoltre, sono documentate soltanto dall'archivio di Zeri.
La storia dell'arte e della fotografia – Molte campagne fotografiche, infine, sono opera di grandi fotografi attivi tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento: Alinari, Brogi e Sansoni di Firenze, Anderson, Vasari e Moscioni di Roma, Villani di Bologna, e molti altri. A rendere ancora più prezioso l'archivio sono le annotazioni autografe riportate sul verso delle fotografie e i numerosi appunti, lettere, perizie e articoli ad esse allegati, frutto anche della memoria storica di collezionisti e antiquari con cui lo studioso era in contatto. Tutto ciò costituisce una fonte inesauribile di informazioni, che vengono salvate nel sistema di catalogazione e acquisizione digitale in corso d'opera.
Appuntamento a Bologna e Milano – Lo stesso Zeri affidò, con lascito testamentario, l'intera raccolta (comprensiva di 85 mila volumi, on line entro il 2008) all'Università di Bologna. Nel decimo anniversario della scomparsa di Zeri, l'omonima Fondazione intende ricordarlo con una giornata di studio (Bologna, 10 ottobre 2008) che ne approfondisca l'eredità culturale sul piano metodologico e su quello tematico. A Milano, il Museo Poldi Pezzoli ricorderà lo studioso con il convegno "Federico Zeri 10 anni dopo: ovvero "Filologia e Storia dell'Arte" a cura di Mauro Natale, Alessandra Mottola Molfino e Annalisa Zanni che si terrà il 14 ottobre 2008 (www.museopoldipezzoli.org). Segnaliamo, infine, il volume fresco di ri-stampa (per i tipi Longanesi) "L'inchiostro variopinto. Cronache e commenti dai falsi Modigliani al falso Guidoriccio". Il libro presenta una serie di articoli pubblicati da Zeri tra il 1982 e il 1985 dove non manca una sua severa critica alla gestione dei beni culturali, del patrimonio artistico e a certi malcostumi del BelPaese.