Un alchimista della luce – Luce, riflessi, guizzi improvvisi che creano disegni astratti, provocano emozioni, feriscono la retina. Un'alchimia quotidiana che si ripropone senza che le percezioni possano distinguerla nel caos frenetico, ma che si imprime nella memoria come un'istantanea indelebile. Luca Mentasti ha voluto fermare quell'istante, per sempre. Nella sua personale, in mostra al Colombo Caffè di via Milano fino al 20 gennaio, l'artista crea un sogno reale, abbacinante come la luce che cattura.
Trasformazioni di colore in movimento – Il critico d'arte Paolo Torresan esprime al meglio la filosofia e la ricerca dell'artista: "Rivisitando le opere esposte (non "pittura" ad olio, acquerello, ma foto coloratissime) mi sono tornati in mente una serie di gesti, di movimenti … E mi sono ricordato come in un sogno … Fissavo il sole, resistevo più a lungo a occhi sbarrati, strizzavo gli occhi, chiudevo i pugni per resistere, mi concentravo dentro: poi li riaprivo all'improvviso. E mi rimaneva un taglio di luce su un fondo nero, come una ferita luminosa fra una fluidità di colori in movimento e trasformazione. Erano, e li ho ritrovati, nelle opere di Luca Mentasti: colori innaturali, nebulose di gas colorati su fondi neri, controluce … Ma anche luce in fibrillazione o in libero movimento. Ed ogni "scatto" di macchina si trasforma in un messaggio: casuale, ma è l'invito ad un gesto, ad una "introspezione" del pensiero, ad una "retrospezione" della memoria. Certo, queste opere le puoi leggere in superficie come una miscellanea di colori che sfiorano il tuo occhio o la tua pelle. Ma non è l'intenzione dell'autore: la sua voglia, il suo desiderio, lo leggi nelle incisioni della luce, sul colore, sul fondo di un cielo buoi, senza stelle, piatto e infinito".
Il divenire inesorabile dell'essere – "Se uno degli scopi dell'Arte è quello di "emozionarci" al di là degli strumenti e dei mezzi impiegati (soggetti e oggetti d'arte) per esprimersi e manifestarsi in modo sensitivo – continua Torresan – questa di Luca Mentasti è una "prova" in continuo divenire su se stesso (l'autore) e su noi stessi, è una ricerca rivolta a chi arriva all'introspezione, alla ricerca della "luce" dentro. Ed allora importa la "scossa" che la luce stimola coinvolgendo quasi in un unico afflato gli "Artisti" che sono l'"Autore" ed il "Consumatore": gli "io" che vivono insieme un'esperienza stimolante fatta di realtà e sogno. E mi sembra di ricordare … di fissare il sole, e resisto più a lungo a occhi sbarrati, strizzo gli occhi, chiudo i pugni per resistere, mi concentro dentro … Val la pena provare…"
Un grido di liberazione – Henri Cartier Bresson disse e Mentasti lo ricorda per spiegare cosa ha ispirato i suoi lavori: "Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge, in quell'istante, la cattura dell'immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale. Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. Per me fotografare è un modo di capire che non differisce dalle altre forme di espressione visuale. E' un grido, una liberazione. Non si tratta di affermare la propria originalità; è un modo di vivere". "Perciò – e qui è l'artista che parla – è importante considerare gli scatti che qui presento, sotto quest'ottica, dove questo particolare momento è stato percepito in un'intensità certamente variabile ma molto partecipe (…) Le immagini catturate non hanno mai avuto bisogno di troppi scatti per emerger dal mio substrato, anzi nella maggior parte dei casi, per lo stesso soggetto, ne bastò uno. Il RAW nella fase di sviluppo è stato trattato solo per quel che concerne il contrasto e la saturazione dei colori (come si faceva in laboratorio con la pellicola). Nessun tipo di ritocco o alterazione digitale è stato operato sulle immagini!"
Luca Mentasti – "Luce Alchemica"
Dal 18 dicembre al 20 gennaio
Colombo Caffè, via Milano 2,
Busto Arsizio