Origini – Cresciuta "masticando" arte. Il nonno eletto come maestro prediletto perché paziente e più legato alla tecnica, quindi maggiormente predisposto ad insegnare. Il padre però, era una grande fonte da cui attingere una passione artistica che conserva viva anche oggi. Massimiliana Pasetto, artista ormai matura, che non smette mai di cercare, "perché non si raggiunge mai una perfezione nel dipingere e bisogna sempre essere pronti a scoprire e sperimentare."
La mostra – Siamo andati nell'antico palazzo comunale di Cavaria, nella sala dove sono state esposte, fino a domenica 30, le sue opere ed abbiamo avuto l'onore di farci guidare dall'artefice nella visione. Quasi tutti oli, solo due acrilici e pochi acquarelli. Per lo più paesaggi, molti luoghi del nostro territorio. Nei suoi panorami è la luce a fare da padrona. Accende i colori e crea un'atmosfera alquanto suggestiva. L'artista ci confessa che non fa schizzi, " porto spesso con me un taccuino per prendere appunti sui colori, tinte che poi, una volta a casa, combinate al ricordo del momento, si trasformano nel quadro". Lo studio del metodo ha sempre avuto un ruolo fondamentale per la Pasetto che ci racconta, da buona maestra, il recente interesse alla tecnica artistica della stesura per campiture. Oppure si sofferma svelandoci qualche trucco, maturato nel tempo, per le realizzazioni ad acquerello, tecnica tutt'altro che semplice.
Oltre l'opera – Il pennello diventa prolungamento della mano, ma soprattutto del cuore. Ci spiega che non è possibile riprodurre fedelmente ciò che si vede, nemmeno la fotografia riesce a farlo. Quando ci soffermiamo a guardare un paesaggio, ne scopriamo luci e colori, ma soprattutto rimaniamo incantati perché ci emoziona; è il sentimento che viene trasportato sulle tele, non la realtà.
La belle epoque della città giardino – "Parliamo degli anni settanta, quando le sale Nicolini, per esempio, ospitavano mostre a ripetizione, mantenendo vivo il legame con il pubblico. Io ho esposto più volte in questo luogo e sento viva questa mancanza". La Pasetto ricorda con un pizzico di nostalgia i tempi della Varese viva e attiva dal punto di vista artistico. Ci racconta della sue amicizie con artisti locali come Bianchi, Corradi, Beltrame e Spaventafilippi, personaggi di grande importanza lasciati a volte troppo in ombra. Non polemizza però, ha una grande forza ed una passione per l'arte che coltiva sempre con grande entusiasmo nonostante queste difficoltà.