Lecco – Prosegue a Palazzo delle Paure l’approfondimento sulla figura di Franco Cardinali (1926-1985) con l’antologica intitolata “Inquietudine necessaria”. La mostra ripercorre la fervida attività dell’artista genovese attraverso una selezione di oltre quaranta opere realizzate dalla metà degli anni ’50 fino alle ultime grandi ed enigmatiche tele.
Il percorso espositivo illustra le diverse fasi, i cambiamenti, le intuizioni ardite, le irrequietezze e le insofferenze dell’artista. Dai lavori che rivelano influenze picassiane e modiglianesche, alla pittura più matura dove le figure lasciano il posto ad un mondo astratto e scarno e alla materia. Sul finire degli anni ’60 inizia una produzione ispirata al mondo naturale, composto da ambienti e animali che creano bestiari curiosi e inquietanti, spesso simili a fossili impressi sulla tela. In queste opere si avverte l’insoddisfazione dell’artista, personale e professionale testimoniata dal tratteggio che si fa profondo e pesante su superfici scavate e increspate.
Gli anni ’70, trascorsi nel piccolo borgo ai piedi del Sacro monte della Verna, a la Rocca, segnano un importante momento nella maturità artistica di Cardinali. Qui, nella “casa con il totem”, abitazione rupestre incastonata ad una grande roccia, crea due grandi studi di lavoro: gli atelier di pittura e ceramica dove prendono vita grandi opere su radici, alberi, paesaggi tosco-umbri e il famoso “Cristo della Rocca”, dipinto per l’omonima chiesetta di Sant’Agata. La tecnica pittorica di questi anni si sviluppa lavorando con sabbia, caseina e colori ad olio. Con la ceramica nasceranno grandi oggetti modellati con la tecnica al colombino.
Il nuovo decennio si apre per Cardinali, con una nuova crisi lavorativa. Lascia il paese per recarsi in costa azzurra dove trova conforto dall’amico Jean Haechler che diventerà mentore e mecenate. Nel 1982 si stabilisce a Saint Paul de Vence e nel dicembre dello stesso anno allestirà la sua prima personale a Nizza negli spazi espositivi della Banca di Neuflize, Schlumberger, Mallet.
Sono anni importanti e fondamentali per la sua ricerca. Raggiunge il culmine della sua espressione con la materia scarna e sofferta, composizioni dove la sabbia entra creando drammatiche cittadelle e cattedrali e dove i pigmenti pittorici lasciano intravvedere antiche e ultime memorie.
Sentore di tragedia.. di mistero, di profondità, con voragini in cui cadere in un buio profondo.
Il 12 aprile 1985, a 59 anni, Cardinali si suicida.
L’esposizione, in calendario sino al primo settembre, è accompagnata da un catalogo, con introduzione e testo critico di Raffaella Resch e una testimonianza dell’amico Benito Boschetto, che raccoglie tutte le opere in mostra e una ricca selezione della produzione dell’artista. Orari al pubblico: martedì – venerdì 9.30-19; sabato e domenica 10-19.
E. Farioli