Discorsi tra cromatismi – Nel racconto pittorico di Francesca Labita, dialogano i rossi e i gialli. Tocchi di energia e vitalità si fondono con pennellate di sentimenti. Una conversazione che man mano prende forma negli immancabili cerchi sospesi nei caldi contrasti di luce. "Il cerchio, come la sfera, non ha spigoli né punte – spiega l'artista – in un certo senso rassicura e protegge. Se ci pensiamo al suo interno, è inevitabile avvertire una sensazione di serenità. Ma anche al di fuori dei suoi confini, tutto è comunque ovattato. Tutto è tondo e la percezione è quella di uno straordinario senso di pace. E' qui che trasporto coloro che osservano i miei lavori, invitandoli a una riflessione, a una ricerca del proprio essere basata sui sentimenti". La convocazione di un pittore-poeta che chiama attorno alla sua tavolozza per raccontare di un mondo quasi magico, dove tutto è sospeso, dove le rotondità diventano luoghi nei quali rifugiarsi e abbandonarsi. Uno scenario lontano da quello che ci si aspetta da una siciliana come lei, passionale e sanguigna, che qui trasforma le "autentiche e veraci" caratteristiche di un patrimonio genetico (tipico della sua terra), in poesia. Una poesia fatta di suggestioni reali e sogni. Ecco dunque aprirsi a sorpresa le porte del suo intimo universo, fatto di dolcezza, calore e di una rassicurante quiete.
Una lettura di richiami simbolici – Il cerchio, nella cultura dei buddisti Zen, rappresenta "nella sua vuotezza, l'assoluta pienezza, la semplicità e completezza, l' infinito e la perfezione dell'armonia". Un insieme di sensazioni che l'artista ben riesce a trasmettere nei suoi quadri. Anche quando ai semplici colori combina impasti di sabbia o segatura. Una ruvidezza che qui si potrebbe definire, paradossalmente, morbida e vellutata…
"La materia fa parte della vita – commenta Francesca -. Legno e sabbia, sono elementi legati alla terra e alla natura". E come tali condividono le sensazioni di pace, partecipano alla danza gioiosa dei sentimenti. E fa parte della vita anche quel punto nero, anch'esso immancabile nei suoi dipinti….
Nel punto la firma – "E' un neo – commenta – Anche in una bella donna, lo si nota. Forse è la prima cosa su cui cade l'occhio. E' il neo della vita….che esiste, ci accompagna, e che per me, rappresenta anche un segno di riconoscimento… una firma".
E non solo … perché il punto, sarà pure la più elementare delle figure geometriche, ma è la potenza crescente e la fine delle cose.
Francesca Labita
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