Cairate – Le opere pittoriche di Francesco Paula Palumbo arrivano per la prima volta in Lombardia e fanno tappa nella personale allestita al Monastero di Santa Maria Assunta Torinese d’adozione, (Taranto 1917 – Torino 2008) l’artista ha saputo andare oltre le tendenze e le correnti con una pittura esuberante, tridimensionale e allo stesso tempo
delicata, leggera e compatta, in cui non si nota traccia di pennello, perché circolare e “olistica”.
Con i suoi intrecci e le fantasiose forme dal disegno deciso e sicuro, le tele si susseguono in un’interpretazione della natura allo stesso tempo geometrica e fiabesca. Una pittura straordinaria che affascina da vicino e da lontano, accompagnando costantemente l’osservatore in un percorso artistico e simbolico senza fine.
Uno stile originale, quello di Paula Palumbo, riconoscibile sempre, un simbolismo universale, più o meno celato, in cui ognuno può ritrovare spunti di riflessione e interpretazione in grado di far emergere vecchie e nuove consapevolezze.
La Mostra, sarà visitabile sino al 26 novembre il sabato e la domenica dalle 14 alle 17, con ingresso gratuito.
Cenni biografici
Torinese d’adozione, nasce a Taranto il 14 marzo 1917 e muore a Torino il 22 ottobre 2008, inizia la sua carriera artistica negli anni ’30 sotto la sapiente guida del fratello Simone, pittore e scultore diplomato presso l’Accademia albertina di Belle Arti di Torino, collaboratore del celebre pittore e scultore Umberto Mastroianni. Per più di mezzo secolo Francesco Paula Palumbo ha trasferito sulla tela emozioni che solo la natura sa suscitare: paesaggi, fiori e frutta si offrono agli occhi degli spettatori con dovizia di particolari e amorevole cura. Le composizioni si presentano ordinate, quasi geometriche, con colori calibrati e intonati, tali da determinare una piacevole sensazione di equilibrio e rigore. Fantasiose forme dal disegno deciso e sicuro si susseguono, creando esuberanti intrecci che riempiono la superficie in tutte le sue parti senza lasciare nessuno spazio libero, così da suggerire un’ispirazione a tratti fiabesca nella riproduzione di una realtà immediata e quotidiana.
Una natura rivista e ricomposta che esprime l’essenza intima, quasi religiosa, delle forme.
Una visione del mondo allo stesso tempo razionale e ingenua, equilibrata ed esuberante, che costituisce la cifra stilistica di questo artista. Stile assolutamente personale che non deriva da scuole, o meglio, le attraversa e rivisita tutte, per giungere a una sintesi finale sua propria. Un itinerario tormentato, che è valso a Francesco Paula Palumbo molti riconoscimenti di critica e di pubblico.