Francesco Piscitello, già medico cardiologo, è un grande viaggiatore con la passione per la scoperta e la condivisione delle culture. Attento osservatore della realtà, pone nei suoi versi in dialetto milanese la stessa malinconia e ironia che caratterizza da sempre il tipico dettato meneghino dal Balestrieri, al Maggi, al Porta, sino ad arrivare ai giorni nostri.
Però Piscitello va oltre la poetica di Carlo Porta, scegliendo di utilizzare la lingua del suo amato nonno materno non solo come atto politico ma anche come modo per interpretare il mondo e consegnarlo alle generazioni future che saranno sempre più multi etniche e plurilinguistiche.
Piscitello svolge anche attività giornalistica per il periodico “Odissea” divenuto ora blog e ha collaborato come redattore per la rivista culturale “Eos”; al suo attivo ha diverse pubblicazioni in dialetto milanese; nel tempo ha anche dato alle stampe testi in lingua italiana; ricordiamo gli ultimi due: per il teatro “L’apostolo traditore, processo a Giuda Iscariota” e nel 2018 un poema con a tema gli eventi veri e documentati e i fatti agghiaccianti di cui sono testimoni e vittime tutti i migranti provenienti dal continente africano prima di giungere sulle coste Occidentali; il titolo è “Auschwitz di là dal mare“, per i tipi di Nuove Scritture.