Bill Frisell  (Baltimora 18 marzo 1951). Di lui si è già detto e scritto tutto. Uno dei più grandi chitarristi viventi, vanta le più svariate collaborazioni con i migliori musicisti internazionali.

Timido ma instancabile viaggiatore, da oltre 40 anni porta il suo peculiare linguaggio musicale in giro per il mondo, senza risparmiarsi.

Non propriamente un virtuoso, Frisell è invece l’essenza della melodia. Più che su una chitarra sembra poggiare le dita su un pianoforte, spaziando dal jazz al country, bluegrass e americana, senza disdegnare rivisitazioni di celebri brani pop. Conoscenza e rispetto profondo per la musica tradizionale, eseguita con apparente semplicità.

Ma ad un ascolto più attento presto si comprende che Frisell ci parla, letteralmente.

E‘ come dialogare con un altro essere umano, non si è mai ascoltatori passivi, al contrario nelle sue note si percepisce il respiro fisico della parola.

Frisell ci parla e prima di farlo pensa.Privo di preconcetti, sceglie accuratamente ogni singola nota, ogni cluster di note, ogni intervallo, ogni dissonanza, come se dovesse rispondere al suo ascoltatore.

Le sue esitazioni, a volte quasi un inciampare, sono esattamente quello che accade quando parliamo a qualcuno, quando ci mettiamo all’ascolto di qualcuno e tentiamo di rispondere.

La sua unicità … questa esitazione prolungata tra il suono e il senso. Poesia.

Luigi Fiore

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