Letteralmente sono oggetti geometrici che si ripetono nella loro struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambiano aspetto anche se visti con una lente d'ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata "auto similarità". Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot. I frattali compaiono spesso nello studio dei sistemi dinamici e nella teoria del caos. Ma compaiono pure nella più recente produzione di Maurizio Piccirillo, in mostra ancora per qualche giorno a Villa Borromeo di Viggiù.
"L'arte visiva – dichiara l'autore – è l'ultimo territorio artistico da me esplorato. Ho iniziato negli anni Ottanta con la musica, proseguendo nel decennio successivo con la poesia per poi, da circa qualche anno, scoprire l'arte digitale. Tutto ciò è avvenuto nel momento in cui ho sondando il mondo misterioso e affascinante dei frattali. Il mio intento, è stato fin dall'inizio, quello di unire la scienza matematica alla creatività artistica. Tramite questo sodalizio, mi piace pensare che possa esistere un sistema più immediato, ma con tocco elegante ed empatico, di trasmettere la mia poesia e la mia musicalità. Tecnicamente, il mio lavoro artistico consiste nell'elaborazione digitale attraverso un programma informatico di generazione di frattali che in un secondo tempo, stampo su carta fotografica professionale. I frattali nascono dall'impiego di tela, forex, gataform o altro materiale di sintesi".
La poetica dei frattali
L'arte digitale di Maurizio Piccirillo
Viggiù, Villa Borromeo
via Roma 47
Fino all'8 maggio 2011
Orari: mercoledì dalle 9.00 alle 12.00; sabato dalle 14.30 alle 17.30
Domenica dallle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero
Per info.: 0332-486510