Album romano – Cruciale è stata la lettura di "Seconda Roma", di Silvio Negro. Vicentino d'origine, scrittore, giornalista, vaticanista di vaglia, ma soprattutto appassionato collezionista di foto d'epoca, da quando nel 1953 curò una mostra di immagini pionieristiche a Roma e autore di alcuni volumi tra cui, appunto "Seconda Roma, 1850-1870" (1943); "Album Romano, fotografie di un secolo", nel 1956. In quelle fotografie raccolte con la passione dello storico, in quelle pagine che raccontavano la Roma della fine del Settecento fino ai primi decenni del Novecento, con un corredo di stampe all'albumina, nasce la passione che avrebbe portato a partire da una quindicina di anni fa, la nascita dell'attuale collezione di fotografie d'epoca 'romane' di Filippo e Orsola Maggia.
La meraviglia e lo stupore – "Quelle letture hanno scaturito in me un interesse fortissimo", racconta Filippo Maggia, che sabato vedrà inaugurare una ampia mostra dedicata alla sua raccolta "Roma 1840-1870. La fotografia, il collezionista e lo storico", presso la Calcografia di Roma. "Un interesse e un piacere per quel periodo che è stato il primo a godere della possibilità di essere fotografato. In quei libri si racconta dei grandi intellettuali europei da Goethe in poi che arrivavano a Roma, camminando per ore nelle campagne infestate dai briganti fino a trovarsi davanti improvvisamente, con uno sgomento sconosciuto, la mole del Colosseo o di San Pietro. Il fascino di questi racconti mi ha portato a diventare un ricercatore e uno studioso delle fotografie di quell'epoca per cercare di capire come le immagini potessero restituire quello stupore meraviglioso."
Rari ed inediti – Una raccolta di esemplari rari, alcuni ancora del tutto inediti, (120 in mostra, 400 invece nell'ancor più esaustivo catalogo) che raccontano la disciplinata avventura di un colto e illuminato collezionismo, che trova più all'estero che in Italia, bazzicando mercanti, antiquari, aste e che ormai vanta una dignità, una profondità, un ruolo in ambito foto-storiografico tale da essere considerata dal punto di vista qualitativo e quantitativo, tra le più importanti a livello nazionale; importante per lo studio delle origini della fotografia, quanto la collezione dello stesso Silvio Negro, il cui Fondo è stato recentemente acquisito proprio dal comune di Roma. Una testimonianza ulteriore, inoltre, di quanto cruciale sia e sia stata la relazione densa tra un medium rappresentativo ancora all'origine e uno dei luoghi che hanno alimentato più di altri l'immaginario visivo.
Lo sguardo collettivo – In mostra i protagonisti del Circolo del Caffé Greco, Caneva, Flachéron, Constant, James Anderson e Robert Macpherson, insieme a Dovizielli, Cuccioni, Altobelli, Simelli, Bisson, Sommer, Rive, e vari altri; in una varietà di iconografie che va dalle vedute monumentali a quelle panoramiche, dalla documentazione delle antichità
classiche alla raffigurazione della Roma moderna, dai paesaggi e i costumi della campagna romana agli studi e ai particolari della natura e dell'ambiente rurale. Un mosaico di sguardi testimoni della percezione, l'interesse e la riorganizzazione dello sguardo collettivo su Roma nell'epoca moderna, alle soglie dei definitive ridefinizioni urbanistiche.
L'antropologia dell'immagine – "Quando dal Ministero del Beni Culturali, per tramite di Maria Francesca Bonetti, responsabile delle Collezioni fotografiche dell'Istituto Nazionale per la Grafica, mi è stato rivolto l'invito ad esporre la mia collezione, ho dovuto pensarci un po'", racconta lo storico e collezionista di Somma Lombardo, abituato per professione a curare mostre e collezioni altrui. Ma alla fine, rassicurato dal contesto autorevole, la decisione è stata presa. Così la raccolta, conservata a Modena, oggi è per la prima volta visibile al pubblico. Che potrà avvicinare gli intendimenti del suo ricercare: fotografie che abbiano attinenza con questioni storiche, sociali, antropologiche, culturali in senso lato, non solo meramente estetiche. "Se vogliamo fare qualcosa che abbia un senso, se si vuole lasciare qualcosa di noi che duri – chiosa Maggia – non vale la pena bruciare energie per stare dietro al mercato. Preferisco dedicarmi alle cose che mi danno soddisfazione, che mi interessano. Tanto meglio se questi argomenti diventeranno domani, in futuro, un qualcosa di interesse più vasto, anche se questo, al momento è un problema secondario".
ROMA 1840-1870. La fotografia, il collezionista e lo storico
Roma, Calcografia, Via della Stamperia 6
19 gennaio- 9 marzo 2008
orari: martedì/venerdì dalle 12 alle 19, sabato e domenica dalle 10-19
chiuso lunedì
Ingresso gratuito
info: 06 69980242/ fax +39 06 69921454
parma@beniculturali.it
Ufficio Stampa : Marcella Ghio 06 69980238/335 6821996
mghio@beniculturali.it
Sede successiva della mostra
Modena, Fotomuseo Panini, Via Giardini 160
15 marzo – 4 maggio 2008