Scelte e meriti – "In tempi di crisi si taglia drasticamente, dando spazio solo alle proposte di valore e al merito". Ai più sembra una cacciata cinica, da 'primi della classe', ma a ben vedere è un autentico toccasana. E non è nè cinismo, nè banalità, nè votarsi alla carestia.
Anche dalle nostre parti, esistono realtà che fanno di necessità virtù e che, lontane dagli strombazzamenti mediatici, dai red carpet, dai riflettori delle celebrità d'occasione, non solo stanno costruendo, giorno per giorno e con estremo realismo, il loro presente ma stanno investendo nel futuro.
Non occorre scomodare "la cicala e la formica". Le realtà culturali che in questo frangente stanno faticosamente seminando, in realtà, si preparano a vendemmie future, ma non lontane, ricche e succulente.
È il caso di Palazzo Branda Castiglioni, sede dei musei civici, che certo deve scontare un recente passato di disamore e di fiacca, ma che da qualche tempo sta mettendo in fila mostre di qualità e di caratura.
Il senso della manovra è: poco ma buono. Anzi buonissimo, come la mostra personale del pittore Franco Viola che, dal Museo de la Memoria di Granada, arriva e resta per tutto l'inverno nell'antico borgo del Cardinal Branda Castiglioni. Una mostra di caratura
internazionale, tenuta a battesimo da David Galloway, critico d'arte dell'International Herald Tribune. "Sono convinto che l'era mediatica e quella tecnologica – spiega Galloway ai nostri microfoni – non hanno sterminato la pittura tradizionale, come quella di Viola. Nelle sue tele, astrazione e rappresentazione figurativa del paesaggio, si danno la mano. In fondo, le opere più universali sono spesso quelle più profondamente radicate in un tempo e in un luogo, come la solare Gaeta, sede dell'atelier di Franco Viola".
La mostra di Viola, curata da Rolando Bellini e José Manuel Sánchez-Darro, con la collaborazione di Federica De Molli, sarà la prima di una lunga serie di attività congiunte tra il comune di Castiglione Olona e il comune di Granada. Il progetto di collaborazione è di respiro europeo, volendo immettere l'antico borgo in un "virtuoso quadrilatero" di musei tra Spagna, Inghilterra e Olanda. Ma al di là dei progetti di interscambio a più bandiere, ci piace sottolineare il percorso intrapreso dai musei civici, non solo dando seguito a mostre di pittura, ma anche con un dialogo serrato con il Politecnico di Milano (memorabile la mostra, dello scorso giugno, allestita in Palazzo Branda).
Un valore aggiunto, una dimostrazione di ardimento e di coerenza, senza fasti barocchi, senza spasmodica caccia al vip, ma solo con scelte rigorose e di vaglia.