Autoritratto con la moglie Isabella BrantAutoritratto con la moglie
Isabella Brant (partic.)

di Sergio Pesce

 

Pieter Rubens arrivò in Italia con lo stesso spirito degli altri pittori fiamminghi che lo avevano preceduto; quello di perfezionarsi attraverso la visione attenta delle opere dei maestri antichi e moderni.
Nonostante questa sua intenzione, nelle sue opere non possiamo non evidenziare come esse dipendessero ancora da quella prima educazione ricevuta nella propria patria, nella quale traspare al contempo anche quell’insegnamento umanistico avvenuto ad Anversa attorno al 1589 e che lo fece convertire al Cattolicesimo. Nel 1598 un documento dimostra il suo inserimento, come maestro, nella gilda di San Luca. La sua fortuna nella penisola italica diviene palpabile quando, alla corte di Francesco Gonzaga, assunse il duplice ruolo di pittore ufficiale e quello di direttore della galleria ducale. Mansione che gli permise di visitare i più grandi centri artistici italiani.
Già nel 1603 assieme ad altri diplomatici fu incaricato di raggiungere la corte degli Asburgo in Spagna, ove poté ammirare le opere tarde di Tiziano Vecellio, che egli stesso riprenderà nella sua poetica visiva.

Ogni suo spostamento viene rimarcato da disegni che interpretano il suo giudizio critico sull’arte, fornendoci oggi quegli elementi utili a ricostruire il suo Pantheon d’artisti prediletti. Oltre al già citato pittore cadorino, dal quale coglie: “la grande prontezza e la furia del pennello” (Bellori) egli interpreta la grazia di Raffaello, la forza di Michelangelo e la scientificità di Leonardo.
Tra i suoi contemporanei non nasconde l’ammirazione per il talento di Caravaggio, Michelangelo Merisi. Acquistò infatti per conto del duca di Mantova la sua Morte della Vergine dopo che la stessa fu rifiutata dalla famiglia Lelmi per la sua cappella gentilizia all’interno della chiesa di Santa Maria della Scala a Roma. I motivi di tale rifiuto sembrano individuarsi nell’ipotesi che per raffigurare Maria, Caravaggio abbia tratto ispirazione da una prostituta annegata qualche giorno prima nel Tevere.

Dai documenti risulta come il pittore fiammingo sia stato anche un assiduo collezionista di reperti antichi, che egli

Caccia al leone, bozzettoCaccia al leone, bozzetto (partic.)

stesso considerava frammenti di un tempo passato utili alla sua immaginazione per proseguirne il percorso storico.
Questo rapporto non imbriglia l’artista in un modus operandi legato alla sola citazione, che è essa stessa dimostrazione di un tempo finito e per questo ricordato. Nella coscienza di Rubens l’antico diviene vivo mostrando un vasto repertorio di forme con sviluppi diversi. Nelle sue opere il passato porta in sé il seme del futuro, donando nella realizzazione pittorica il presente. Fedele a questo suo concetto d’arte egli si lega in maniera passionale alla naturalezza del ritratto e al concetto tipico dell’allegoria.
Gli stessi verranno anticipati da un primo stadio dell’operazione creativa, ove sperimenterà gli effetti della composizione finale, ossia il bozzetto che diverrà tipico dell’arte barocca. Un esempio di questo attento studio iniziale lo possiamo vedere nella Caccia al leone.
Qui l’artista dimostra come si sia concentrato sul centro drammatico della scena.

Il richiamo puntuale ad un vasto repertorio di forme viste lungo i suoi viaggi si concretizza nel dipinto relativo alla Morte di Seneca ove sembra si sia ispirato ad un busto africano rappresentante un pescatore per imprimere la staticità consona con il pensiero del filosofo nei confronti della morte. Alla destra dello stoico vediamo la figura del medico mentre gli trafigge la vena intento a seguire l’ordine imposto da Nerone circa la sorte di Seneca, accusato di complicità nella congiura di Pisone.
La drammaticità della scena inespressa dal personaggio

Morte di SenecaMorte di Seneca (partic.)

ci deriva invece dal racconto di Tacito: (…)Seneca, quoniam senile corpus et parco victu tenuatum lenta effugia sanguini praebebat, crurum quoque et poplitum venas abrumpi(Seneca, poiché il suo corpo vecchio ed indebolito dal vitto frugale procurava una lenta fuoriuscita al sangue, si recise anche le vene delle gambe e delle ginocchia).

L’esempio di compostezza pittorica mediata dalla forte personalità ritratta nel dipinto appena visto, si trasmuta in sciagurata luce che manifesta un buio concettuale che fa perdere la delicatezza dei volti nella Caduta dei dannati.
La contorsione plastica delle figure emerge come fattore dinamico della composizione. Le une nascondono le altre come in una danza scomposta che ha l’obiettivo di evidenziare la caduta attraverso un chiaroscuro che enfatizza la massa dei “maledetti” come raccontato dal Vangelo di Matteo.

Questo livello di drammaticità, sebbene mediato da un diverso utilizzo del colore e della luce, lo troviamo anche nella Donna dell’Apocalisse. Ciò che vediamo è una trasposizione pittorica del racconto di Giovanni nel capitolo XII del libro biblico dell’Apocalisse. La donna mostra al mondo il Messia appena partorito, mentre dal basso un grande drago a più teste cerca di divorarlo. Sarà l’arcangelo Michele a difenderlo, uccidendo il mostro. Quello che Rubens mostra è una solida composizione pittorica volta, ancora una volta, ad

La Donna dell'ApocalisseLa Donna dell’Apocalisse (partic.)

accentuare i personaggi principali munendoli del giusto contrasto cromatico che li rende palpabili. Più ci si allontana da loro più l’atmosfera è rarefatta, si direbbe appena abbozzata. I volti con le loro espressioni ricche di sentimento ci traducono l’istante drammatico. La donna che allude evidentemente a Maria si mostra forte nell’allontanare il Messia dal pericolo, come Michele dimostra la sua decisione nel sferrare il colpo mortale al demone.

L’artista si mosse sempre in un continuo intreccio di attività artistica e missioni diplomatiche, alternando grandi pale di soggetto religioso, opere di soggetto mitologico e ritratti, dimostrando come il suo atteggiamento nei confronti del classicismo, inteso come principio retorico, si manifestò sempre attraverso la mediazione della sua percezione soggettiva.