"Come uno sguardo aperto in un grido" – Matteo Contin, Maurizio e Martina Macchi, ragazzi che non superano i 23 anni, si sono confrontati con l'orrore della Shoah scrivendo un libro in cui analizzano le pellicole che, attraverso la "settima arte", hanno descritto la tragicità dello sterminio ebraico. Il titolo "Come uno sguardo aperto in un grido" mutua dal verso di una poesia di David Grossman, "Deve restare per sempre muto / come una bocca aperta in un grido" che ricorda l'impotente disperazione de "L'urlo" di Munch. I giovani autori hanno voluto sostituire la bocca con lo sguardo, come a ribadire lo stretto legame che unisce cinema e Shoah, entrambi parte della storia del Novecento. Il cinema non solo ha saputo narrare il fatto più increscioso del Novecento, ma ha saputo mantenerne vivo il ricordo.
Presa di coscienza giovanile – Il lancio del libro è avvenuto alla presenza di Gianluca Gibilaro, curatore di "Oltre la barricata – cinema per superare i Confini", ultima rassegna cinematografica solbiatese e di Matteo Contin a soli tre giorni dal giorno della memoria. Una memoria che è tenuta viva da giovanissimi, Matteo ha solo 21 anni, a dimostrazione del fatto che la formazione di una coscienza, anzi che la presa di coscienza di certi fatti e il desiderio di non dimenticare e di non farli dimenticare non è tardata a venire.
"La settima arte" – L'arte cinematografica, si sa, tocca la ragione e l'emozione con una capacità di sintesi formidabile ed arriva con quel che ha da dire diritto alla meta, allo spettatore, attraverso la simultaneità di immagini e parole. E' proprio il potere di cui è investito il linguaggio del cinema che ha permesso di documentare e perpetuare la memoria della Shoah – fin dai tempi immediatamente successivi alla liberazione dei deportati – e, d'altro canto, di raggiungere velocemente anche i giovani, tanto più oggi che si vive nel mondo dell'immagine, della televisione e della cinematografia.
La serata di presentazione – Sono stati affrontati gli snodi principali della vicenda che ha condotto alla Shoah a partire da alcune sequenze cinematografiche, note e meno note, che, intervallate dalle analisi tecniche e tematiche di Matteo, rivelatosi molto puntuale e competente, hanno proposto numerosi spunti di approfondimento sul tema della memoria. Si è passati dal tema delle leggi razziali, a quello delle deportazioni, a quello del ritorno a casa, a quello della Memoria passando per clip tratte da film come "La tregua", "Senza destino", "Schindler's list" o cortometraggi come "Binario 21".
Dalla parte dell'autore – dalla parte del giovane – E' l'amore per il cinema che ha fatto incontrare Matteo e i suoi amici e colleghi con il tema della Shoah, e da questo incontro è sorto il desiderio di conoscere e di documentare, anche se solo attraverso delle analisi di film dedicati al tema del genocidio… questo per non dimenticare.