Gallarate – E’ una visione cruda del reale l’opera di Franco Fossa, pervasa di inquietudine. All’ artista, tra i più significativi interpreti del “realismo esistenziale” italiano nel secondo dopoguerra, è dedicata la mostra Adesso che la voce si confonde, allestita alla Galleria di Arti Visive dell’ Università del Melo sino al 31 dicembre.
La ricerca di Fossa ruota attorno allo studio della figura, umana e animale, nella quale affonda il proprio pensiero, lo stato d’animo e la sconsolante solitudine. I suoi personaggi non sono descritti con precisione e nemmeno con gentilezza: ma taglienti, come il suo segno: forte e incisivo. Il mondo che racconta l’artista, nella scultura e nell’opera grafica, è quello emerso dal dopoguerra, in cui si dibatte l’uomo moderno, chiuso in una dimensione esistenziale frenetica e incalzante tra dubbi e ripensamenti. In mostra anche alcuni degli ultimi lavori, eseguiti negli anni 80, dedicati agli ambienti: scatole quadrate, in cui la figura è quasi miniaturizzata e, nonostante la semplificazione estrema, diventa fondamentale per lo spazio in cui è collocata.
“Adesso che la voce si confonde”, Galleria dell’Università del Melo Gallarate, via Magenta. Fino al 31 dicembre; orari:da lunedì a domenica 16-19.
E. Farioli