La video-arte che torna a casa

Intervista a Diego Marcon

"Una ricerca iniziata nel 2007 e ancora in divenire". Diego Marcon, nella rosa degli autori selezionati nella XXIV Edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, descrive il proprio recente progetto: "Spool". "Un lavoro di recupero, restauro e ri-digitalizzazione di archivi video analogici che raccolgono filmati di famiglia", commenta l'artista.

Diego Marcon concentra la propria attenzione sulla produzione amatoriale su nastro, diffusasi negli anni Ottanta con l'avvento delle prime videocamere economiche. "Solitamente acquisisco il materiale video di un archivio di famiglia grazie ad un contatto diretto. Passo in rassegna tutto il girato non montato, sezione per sezione, in maniera quasi clinica. Si tratta di materiale vivissimo, pulsante di vita vissuta, capace di aprire sinceri squarci di racconto che vanno oltre la semplice documentazione".

Un atteggiamento da archivista, da collettore di sguardi, verrebbe da dire.  "Per me – spiega Marcon – gli autori dei video, i padri di famiglia che girano questi lunghi video-diari, sono una sorta di registi indipendenti, underground. Lo sguardo può direzionarsi secondo diverse modalità, dando voce alla propria intimità, oltreché al proprio pensiero e ai propri sogni: il materiale video che mi trovo ad analizzare e a "setacciare" risponde ad un'estetica ben precisa, talvolta molto frammentata ed imprecisa, altre volte meticolosa come una vera mappatura. E' l'estetica tipica dei video amatoriali, pieni di refusi, di figure che si concentrano sui bordi, di interruzioni e brusche riprese".
 
"L'idea di collaborare con Rete55, La6 e Artevarese nasce dalla volontà di riportare "a casa" tutto questo materiale. Questi, infatti, sono video nati per essere visti in televisione e nell'ambiente domestico. Il mio non vuole essere solo un lavoro di conservazione della memoria, quanto di riflessione sull'identità, sui tempi e sui luoghi della vita familiare, sulla selezione operata dallo sguardo del soggetto e sui frammenti, su quella sorta di piccole accidentalità che raccontano il contesto e il tempo della registrazione".

Nelle mani di Diego Marcon, il materiale video non resta mera documentazione tecnologica, destinata al logoramento, ma viene interpretata come "inter-faccia" tra sé e gli altri, come orientamento verso il mondo esterno (l'altro/l'osservatore), luogo del racconto e della possibilità/impossibilità dell'instaurarsi di relazioni tra soggetti.

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UNA SELEZIONE DEL PROGETTO "SPOOL" DI DIEGO MARCON ANDRA' IN ONDA SU LA6 (CANALE 86), SECONDO IL SEGUENTE CALENDARIO: