Busto Arsizio – Dopo Como, Parigi Montrouge e Gif-Sur-Yvette, la rassegna Miniartextil fa tappa in città terminando qui la tournée internazionale della XXVII edizione. La mostra che presenta la migliore produzione nel campo della fiber art contemporanea, è allestita nelle sale gemelle del Museo del Tessile e sarà visitabile sino al 10 giugno.

Il percorso espositivo si snoda attraverso dodici grandi installazioni e 54 minitessili, “gioiellini” di piccolo formato (20cm. per lato) firmati da artisti provenienti da 29 diverse Nazioni e selezionati da una prestigiosa giuria internazionale. Culture e stili diversi si intrecciano come i fili di orditi e trame in un tessuto straordinariamente ricco di storia e tradizioni locali. In ogni opera dunque sono racchiusi i colori e le atmosfere dei diversi Paesi.

Borderline“, questo il titolo della rassegna, è ormai diventato un appuntamento storico. Organizzato dal 1991 a Como dall’Associazione Arte&Arte (fondata da Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro), è oggi noto in tutto il mondo quale importante riferimento per gli artisti impegnati nella Fiber Art, espressione dell’arte contemporanea che riprende antiche nozioni tessili rivoluzionandone schemi e materiali.

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Vedere le sale un tempo appartenenti  allo stabilimento di filatura del cotonificio Ottolini, poi Bustese, riprendere anima è a dir poco emozionante. La creatività, è il “filo” conduttore che unisce il passato al presente: ieri come oggi la lavorazione del tessile è arte. Borderline è uno straordinario progetto culturale che omaggia dunque una delle più antiche tradizioni produttive locali.

“Per la città è certamente un salto di qualità a livello artistico – afferma Manuela Maffioli assessore alla cultura –  Ritorniamo a respirare un’aria internazionale che riteniamo di meritare con un valore simbolico aggiuntivo. E’ il tessile, cioè le nostre radici economiche ma anche culturali, che rinasce a nuova forma e si fa arte. Attraverso questa metafora, vorrei provare a credere che anche la parte economica della città possa, in tutto o in parte, rinascere attraverso la cultura, l’arte e la bellezza”.

 

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La visita alla mostra è all’insegna dello stupore. Il suggestivo allestimento, realizzato da Mimmo Totaro, accompagna  in un fantastico universo di fili nel quale abbandonarsi alla magia di colori e forme. A partire dal labirinto di Kiyonori Shimada, una grande installazione bianca nella quale è possibile inoltrarsi tra soffici strati di tessuto. Attraversare e camminare dentro l’opera d’arte è la sensazione più straordinaria e toccante che si possa ù

ùprovare. Forte anche l’impatto con “Seeds”, l’ arazzo scintillante realizzato in alluminio e filo di rame dell’artista El Anatsui, Leone d’Oro a La Biennale di Venezia del 2015. Lo stupore continua anche ammirando “BlackCubesSolo di Katharina Lehmann e nei paesaggi in lana di Alexandra Kehayoglou. E la contemplazione continua nei miniartextil esposti dove i fili di materiali differenti si intrecciano dando vita a composizioni che lasciano a bocca aperta…

Un’esposizione che trova nella cornice del Museo una collocazione naturale e che, come ha annunciato l’assessore alla cultura Manuela Maffioli, vedrà in futuro una tappa fissa a Busto.

La mostra, in calendario sino al 10 giugno, è visitabile (con ingresso da Via Galvani) nei seguenti orari: dal martedì alla domenica dalle ore 15 alle19; giovedì sino alle 21. E’ possibile prenotare visite guidate contattando didattica@comune.bustoarsizio.va.it.

 

E.Farioli