Varese – Jernej Forbici è nato nel 1980 in Slovenia. vicino a Kidričevo, una cittadina industriale dove si produceva alluminio ed è oggi circondata da discariche di rifiuti tossici. Forbici ha fatto della sua arte una denuncia contro i danni che l’uomo sta infliggendo alla Natura.
Dopo aver studiato al ‘College for Visual Arts’ di Lubiana, si è laureato in Pittura e in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Oggi vive e lavora tra la sua Kidričevo e Ptuj in Slovenia e Vicenza.
Forbici rappresenta la nuova arte slovena, arricchita dalle esperienze fatte nel corso dei suoi studi e viaggi. Dal 1999 le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in diversi stati europei, negli Stati Uniti, in Canada, Argentina e Cina. Ha anche partecipato a numerose Biennali: a Pordenone (2003), Praga (2005) e Venezia (2007, 2011).
Intrecciando lo stile classico della pittura veneziana con stili e tecniche contemporanee Forbici tocca tematiche importanti. Ogni suo dipinto è diverso dall’altro, ma in tutti si percepisce il dolore della Natura. Fiori delicati volteggiano nello spazio, le acque del fiume scorrono luninose – in un richiamo ai paesaggisti dell’Ottocento – e dei graffi incidono la superficie. Squarci, linee e distruzione che coprono come un velo sottile la bellezza. La trama sottile di una barriera che vuole risvegliare la coscienza di chi guarda e il suo senso di responsabilità. Spesso Forbici ritrae la regione slovena chiamata Halda, un territorio noto per il profondo inquinamento dovuto alle miniere di bauxite. L’immagine del disastro ecologico. Nei suoi paesaggi lo sguardo viene catturato dall’aria e dallo spazio: si percepiscono volumi e distanze e subito affiora la domanda ‘è tutto vero o solo immaginato?’.
Quello di Jernej Forbici è un messaggio forte, al punto che nel 2009 l’Accademia di Belle Arti di Venezia gli ha dedicato una retrospettiva ai Magazzini del Sale, curata dal suo docente Carlo Di Raco. E, ancora, nel 2011, dopo aver pubblicato la sua prima monografia e presentato cinque retrospettive in Italia e Slovenia, è stato invitato a partecipare alla mostra ‘Il fuoco della natura’ a Trieste.
Negli anni successivi tanti sono stati i riconoscimenti internazionali tributati all’artista sloveno, che ha approfondito lo studio dei maestri inglesi e, dal 2013 al 2017, ha presentato interessanti progetti in gallerie private e Istituzioni pubbliche in Italia e all’estero (Venezia, Varese, Milano, Latina, Piacenza, Montesarchio, Vienna, Maribor e Lussemburgo).
A partire dal 14 gennaio 2018 la galleria Punto sull’Arte di Varese dedica a Jernej Forbici la personale dal titolo ‘Welcome to the final show’, dove le opere, inedite, saranno divise in due spazi espositivi distinti. Narrano infatti, anche cronologicamente, un prima e un dopo: l’attualità del paesaggio – già compromesso dai comportamenti umani – e un futuro in cui fauna e flora potrebbero esser solo un ricordo visibile “sottovetro”.
Sofia Macchi, che ha aperto nel 2011 la galleria di Viale Sant’Antonio, ha iniziato già allora la sua collaborazione con Forbice, e racconta “ho visto per la prima voltail suo lavoro nel 2010 a Milano, nell’ambito della fiiera “Affordable Art/Arte Accessibile”, a quel tempo era un artista della galleria Bianca Maria Rizzi. Ho visto da lontano la sua opera, immensa, con i fiori in primo piano e un sentiero. Veniva voglia di entrare e passeggiare al suo interno. Ha proprio toccato le mie corde e mi ha comunicato delle emozioni. E’ questo che io cerco nei lavori degli artisti di Punto sull’Arte, quando si esce dalla galleria si deve continuare a pensare a quell’opera, perché ci ha parlato profondamente. Ancora oggi, ogni dipinto di Forbici mi emoziona. E’ un artista che amo profondamente: quando è stata aperta la galleria nel 2011 erano esposte delle sue opere insieme con quelle di altri due artisti. “Welcome to the Final Show” è la sua quarta personale presentata da Punto sull’Arte”.
“Scelgo ogni artista esposto nella galleria a partire dalle emozioni – spiega ancora la Macchi – cerco sempre qualcosa che esporrei anche in casa mia, qualcosa che mi faccia provare un sentimento particolare. Non mi interessa se l’artista sia conosciuto o no, l’importante è che mi abbia colpito. Senza mai dimenticare la tecnica, che è molto importante: gli artisti devono sapere quello che fanno, devono sapere dipingere. Non basta solo un pensiero, un’idea. Voglio che quando si entra in galleria e si guardano le opere esposte non ci sia bisogno di una spiegazione. Dev’essere una cosa diretta. L’emozione che è arrivata a me deve arrivare anche agli altri”.
JERNEJ FORBICI, Welcome to the final show, 14 Gennaio – 17 Febbraio 2018 PUNTO SULL’ARTE, Viale Sant’Antonio 59/61, Varese Martedì – Sabato: h 10-13 e 15-19; Domenica 14 e 21 Gennaio h 15-19 Catalogo con testo critico di Ermanno Tedeschi
Chiara Ambrosioni