Laura Branca, vincitrice lo scorso anno del Premio Maccagno, è la protagonista di un'importante mostra allestita fino al 17 aprile allo Spazio Tadini di Milano. Un'esposizione che racconta la storia artistica della scultrice che muove dagli anni '90 e prosegue con le ultime creazioni, frutto di una nuova e costante sperimentazione. "Dialogo tra opposti" è il titolo della personale che mette in luce tutte le sfacettatura dell'animo creativo della Branca, fatto di conflitti, contraddizioni, confronti ed inconsuete armonie. La scultrice gioca con materiali diversi e riesce a ricavarne un insieme unico: ciò che per natura è molto pesante, nelle sue mani si fa leggero, dinamico. Dallo studio di Mercallo, la scultrice ci ha accompagnati in una visita 'virtuale' per le sale dello spazio milanese, lasciandoci scoprire cosa si cela nelle sue sculture.
Laura, com'è nata questa mostra e che cosa hai deciso di esporre?
"La mostra nasce dalla volontà di Melina Scalise, che ora dirige lo Spazio Tadini, di promuovere una mia personale. In seguito ad una sua visita qui in studio a Mercallo alla fine di febbraio, si è decisa la linea espositiva da intraprendere. E' un percorso che parte dall'inizio degli anni '90 fino ad arrivare alle opere più recenti. Sono esposte 21 sculture e 16 pannelli in metallo trattati con tecniche miste".
"Dialoghi tra opposti" è un titolo accattivante, come mai questa scelta?
"Partendo dai miei esordi accademici, si è delineata la volontà di interpretare la figura umana in chiave moderna, sempre più stilizzata. Lezione appresa dai maestri della scultura moderna, da Brancusi a Viani, cercando nella sintesi delle forme e nella trasfigurazione del corpo un motivo per allegerire sempre di più la materia plasmata (come nell'opera Selene del 1997). Prendendo anche spunto da forme archetipe della natura, il corpo si fà sempre più astratto, caricandosi di simbolo".
Quali sono i cambiamenti che avvengono durante la tua ricerca artistica?
"Nel corso del tempo il supporto diviene parte integrante dell'opera contribuendo a dare un senso di leggerezza alla composizione (ad esempio Idolo del 2000). Il bisogno di creare un insieme armonioso sottintende la volontà di cercare una complementarietà dinamica tra elementi opposti. Talvolta è dalla stessa forma chiara e levigata che emerge un elemento scuro pungente e organico – come nell'opera Anemone del 2002 realizzata
in terracotta e legno – che la rende ancora più accattivante e misteriosa. In altri casi è l'elemento naturale, come una corteccia o una radice in legno, o lo scarto industriale di un agglomerato in ferro che suggerisce l'abbraccio ideale tra due materie".
Tutte le tue sculture giocano sul contrasto di diversi materiali.
"Sì, l'energia che ne scaturisce contraddistingue l'opera, giocata sul capovolgimento delle valenze che i materiali abitualmente suggeriscono. Ad esempio i chiodi arrugginiti raccolti a spirale sostengono la forma morbida di un fiore in Rosae del 2007, realizzata in gesso colorato e ferro. Un ramo spinoso viene viceversa avvolto e sostenuto da un lembo di terra come se fosse un archetto musicale, come in Contrappunto del 2007, opera in terracotta e legno. Una piuma traccia un solco attraverso una lastra in acciaio supportandone il peso, questo è il caso di Sensilis del 2006, realizzato in acciaio. Attorno ad un ferro arrugginito trovato in riva al lago, si erge una spirale in resina e sabbia che si protende verso il vertice quasi a voler far scoccare la scintilla di un'intesa come per Insieme del 2009, dove unisco ferro, polistirolo, fibra di vetro, plasticrete e sabbia".
E per quanto riguarda le ultime opere?
"Nelle ultime sculture compare di nuovo il marmo, affiancato all'acciaio, la forma scolpita "galleggia" in aria perdendo peso. Corpi ondeggianti e sospesi non si sà come, sono accarezzati da nastri in metallo come la scultura di marmo e acciaio intitolata Perchè sei un essere speciale, realizzata lo scorso anno. Occorre accettare la sfida contro la forza di gravità attraverso la creazione di un disegno armonioso fatto di forme svettanti che dialogano e si appropriano dello spazio a cui sono destinate offrendo la visione di un insieme dinamico e leggero. Così il granito azzurro che lievita tra due lembi di metallo diviene il pretesto per parlare di sostanza rarefatta, l'aria (ad esempio ne: Il Cielo). Indicare il senso di fare un dono attraverso la creazione di un soffice pacco/cuscino in marmo stretto tra i lembi di un nastro di raso, questa
l'idea di It's for you del 2010, per conferire potere alla duttile stoffa e ammorbidire la materia greve, sorprendendo così l'osservatore per l'interscambio che avviene tra energie contrapposte".
Oltre alle sculture in mostra ci sono anche dei pannelli metallici.
"Per quanto riguarda i pannelli in metallo, denominati Solchi di luce, c'è un bisogno di utilizzare il supporto in metallo per dare un senso forte di energia che scaturisce dal disegno dato dall'incontro tra gli elementi naturali, quali l'aria, l'acqua,il fuoco, la terra. Di nuovo il rapporto tra la luce e l'oscurità diviene il punto di forza delle composizione cromatiche".
Dialoghi tra opposti
Personale della scultrice Laura Branca
Dal 24 marzo al 17 aprile
Milano, Spazio Tadini
via Jommelli 24
orari: dal martedì al sabato 15:30-19:00