Baskerville, Bembo, Garamond, i caratteri tipografici più utilizzati; le carte sono quelle da 270, 280 grammi; più spesse quelle per le copertine, si arriva fino ai 500 grammi. E poi custodie in plexiglass, con chiusura a baionetta per i primi esemplari, quelli dedicati ai poeti di altre epoche, Petrarca, Leopardi, Apollinaire, fino ai contenitori di legno e bronzo, per i quali è stata della partita anche la famosa Fonderia Battaglia, di fiducia di Arnaldo Pomodoro, non a caso l'artista che ha firmato il contenitore cofanetto del prezioso omaggio dedicato a Claudio Abbado.
Sono solo alcune delle specifiche tecniche dei piccoli grandi capolavori delle Edizioni Colophon che Villa Mirabello ospita al piano superiore riaperto al pubblico dopo anni di restauro per una mostra, a cura di Martina Corgnati, che riporta, nessuno ce ne voglia, un brivido di arte contemporanea in città che non sia quella dei nostri maestri locali.
Bastino i nomi degli autori che hanno fatto grande nel giro di una quindicina di anni questa piccola casa editrice di Belluno: Adami, Baj, Bonalumi, Castellani, Dorazio, Ferroni, Guccione, Hsiao, Kounellis, Music, Nespolo, Paladino, i due fratelli Pomodoro, Sanesi, Scialoja, Uncini, Vedova, tralasciando per brevità altri non meno importanti.
Ciascuno di loro in questo breve lasso di tempo ha contribuito a costruire un piccolo tempietto di arte e letteratura mettendo la propria conoscenza fabrile e la propria disponibilità culturale al servizio di un progetto editoriale e letterarioche ha come interlocutori le voci di Mario Luzi, Attilio Bertolucci, Alda Merini, Valerio Magrelli, Edoardo Sanguineti, ed ancora Claudio Magris, Riccardo Muti, Dario Fo, Umberto Eco, tra i contemporanei. Dante, Shakespeare, Yeats, Verlaine, Michel Butor tra i defunti.
Sono libri in genere a tirature ridotte. Non più di settanta, settancinque esemplari, in numeri arabi, più una ventina in numeri romani. Opere da collezionisti, prenotati in anticipo, come dire fuori dai circuiti tradizionali, difficilmente avvicinabili, se non dagli addetti ai lavori.
In mostra si vedono le opere grafiche appese, singolarmente. Si vedono le edizioni nella loro integrità chiuse nelle teche, come il piccolo capolavoro desunto dalla collaborazione Luzi e Walter Valentini per illustrare il ciclo La notte viene col canto; altre invece si possono toccare e sfogliare, con delicatezza; è il caso del volume del 1994, introdotto dalla Cavani e da Massimo Cacciari, ancora dedicato a Luzi tradotto in tutte le lingue in cui è conosciuto nel mondo editoriale e accompagnato da 12 grafiche di 12 artisti diversi.
C'è, sotto teca, una piccola statua di Mauro Staccioli, altro amico della famiglia Colophon, ci sono due lastre originale, biffate, di Mimmo Paladino. E tra i 72 libri d'artista che compongono la mostra, è presente anche anche quello che farà il suo debutto ufficiale, in anteprima europea, sabato a Villa Mirabello: Sotto la camicia di perla, poesie di Sebastiano Grasso, corredo grafico di Agostino Bonalumi.