Tonino Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, sceneggiatore cinematografico apprezzato e amato in tutto il mondo è stato altresì scrittore, pittore, scultore e poeta.
Romagnolo di Sant’Arcangelo amava percorrere campagne e colline, sfiorate dalle acque del Marecchia, della sua terra dove incontrava contadini, pastori e viandanti,.
Si soffermava a parlare con rispetto e ammirazione per la sapienza e la saggezza di cui erano portatori. Sempre rivolgendosi a tutti con il “lei”.
A testimonianza di tale legame concorre “Il libro delle chiese abbandonate” ( Maggioli Editore, pp. 152, Euro 12,50)
Scritto in lingua romagnola con testo in italiano a fronte, il libro rivela una percorrenza sentimentale e fantastica di luoghi le cui storie originano dalle narrazioni popolari e dalla sensibilità immaginifica dell’autore.
Le chiese raccontate da Tonino Guerra si rivelano luoghi dove uomini, natura e animali trovano spazio per manifestare le loro cadenze esistenziali.
Chi ha avuto il privilegio di ascoltare Tonino Guerra, leggendo i testi potrà immaginare la sua melodica cadenza narrativa.
Nelle chiese abbandonate vi sono campane che suonano senza che nessuno tiri la corda con bambini in ginocchio davanti alle crepe delle pareti pronti a confessare i loro peccati, ma non avendone se li fanno suggerire dai nonni.
Una statua di Sant’Antonio a ottobre ascolta i tonfi delle noci che cadono sui coppi della chiesa e schioccano nello spaccarsi diventando cibo per gli animali selvatici.
Dopodiché una volta sazi per ringraziarlo strisciano la schiena sui muri.
Leggenda popolare, magia e realtà si alimentano vicendevolmente definendo cadenze narrative che hanno il potere di lenire gli affanni dell’anima.
Tonino Guerra – “Maggioli Editore, pp. 152. Euro 12,50)
Mauro Bianchini