Novecento e novecentismi. Il clima artistico milanese tra la fine degli anni '10 e l'inizio dei '40 e il suo circuito di gallerie e di esposizioni sono lo sfondo entro cui si colloca il percorso della mostra che, attraverso le opere dei maggiori protagonisti del gruppo di "Novecento" e di personalità che a esso furono in diverso modo vicine, rispecchia la varietà delle declinazioni del termine coniato da Anselmo Bucci nel 1922 e specificato in "italiano" nel 1925.
La corrente di "Novecento Italiano" si inserisce nell'ampio e complesso fenomeno del Ritorno all'ordine che iniziò ad affermarsi non solo in Italia, ma in tutta Europa nella seconda metà degli anni '10. Dopo le sperimentazioni delle avanguardie che avevano scompaginato i canoni della rappresentazione, gli artisti sentirono la necessità di ristabilire i valori di volume e disegno, rimettendo al centro della loro opera la figura umana e recuperando i generi tradizionali del paesaggio, della natura morta e del ritratto, ben rappresentati dalle opere in mostra.
Accanto ai dipinti di alcuni dei fondatori del gruppo come Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi e Piero Marussig sono esposte le opere di artisti che furono più o meno coinvolti nella vicenda novecentista come Raffaele De Grada, Alberto Salietti, Esodo Pratelli fino ad arrivare alla generazione più giovane rappresentata dallo scultore Leone Lodi e dai pittori Amerigo Canegrati, Aldo Carpanetti e i futuri "chiaristi" Cristoforo De Amicis
e Umberto Lilloni.
Il circuito espositivo. La partecipazione degli artisti alle due mostre di Novecento organizzate alla Permanente di Milano nel 1924 e nel 1929, alle esposizioni internazionali del movimento e alle varie Sindacali lombarde costituisce il filo rosso per tracciare una mappa di adesioni e presenze che superano i confini di Lombardia. Come ha sottolineato Nicoletta Colombo, Milano era per esempio una tappa d'obbligo per molti artisti del triveneto, in modo particolare per i triestini, come Marussig e Leonor Fini, dopo che la città era stata annessa all'Italia nel 1918. Molto presenti nelle rassegne milanesi furono anche gli artisti toscani, come Caligiani, Dani, Griselli, Vagnetti e Pucci, le cui opere tendono a un naturalismo estraneo ai colleghi milanesi, di cui criticavano infatti la visione "mentale" e "purista" della pittura teorizzata da Margherita Sarfatti.
L'arte itinerante del Novecento Italiano
Milano, Galleria Studiolo
corso di Porta Nuova 46/B
Dal 12 marzo al 2 aprile 2011
a cura di Nicoletta Colombo e Guido Cribiori
Per info: 02 6570348; www.studiolo.it