L’invettiva caustico – satirica di Giovanni Papini (Firenze 1881-1956) su “Le disgrazie del libro in Italia”, risale ad una prima edizione stampata da Valsecchi nel 1953 ora riproposta da Stampalternativa in trenta pagine con brillante prefazione di Roberto Palazzi accompagnata da alcune caricature dell’autore eseguite da artisti del calibro di Carrà, Bazzi e Tullio Pericoli, al prezzo popolare di 1,03 Euro.
Picchia duro Papini, personalità quanto mai controversa, fervida di appassionate adesioni quanto di violente sconfessioni, figura dai tratti gogoliani, ma altresì lucido e impietoso osservatore dei vizi dell’italica gente.
Picchia duro Papini, a partire dalla categoria dei lettori parassiti il cui impegno primario è procurarsi libri senza sborsare una lira, dopodiché lo svolgimento dello scritto porta al patriottico malessere verso il popolo dei poeti, disse Flaiano a tal proposito “ arriveremo al punto di avere un poeta in ogni condominio”, dei santi, tanto abbondanti da non rientrare in un intero calendario e dei navigatori ormai solo su navi da crociera o via web, ai quali si sono aggiunti, ma questo l’autore per quanto lungimirante fosse non poteva prevederlo, faccendieri in doppia veste di corrotti e corruttori, pseudo politici tracotanti da comizio con tanto di rosario tra le dita, sino a cuochi prodighi di cibi e di ricette in un paese dove la metà della popolazione fatica ad arrivare a fine mese.
L’esercito di chi non compra libri è scandito dall’autore in sette punti: gli analfabeti, gli imbecilli, gli arricchiti, i mondani ottusi, i politicanti, i parassiti di vocazione e i piccoli borghesi, riservando indulgenza ai primi e alla classe più numerosa dei veri poveri “Quelli che comprerebbero volentieri moltissimi libri ma non hanno denaro per pomparli”.
Con tagliente ironia descrive i ceti dell’alta borghesia dove i libri, di pregiata edizione, vengono usati come componenti d’arredamento, ma mai letti.
A distanza di oltre sessant’anni, il libricino di Papini suona di bruciante attualità, ma d’altro canto il deterioramento culturale e morale del nostro paese è stato lucidamente pianificato, in più decenni, da meccanismi di potere che ci vorrebbe sempre più impegnati nella futilità di talk show demenziali e becerume calcistico, al fine di potere fare per intero i loro interessi.
Giovanni Papini – “Le disgrazie del libro in Italia” – Stampalternativa, Euro 1,03
Mauro Bianchini