Gallarate – Incontriamo al museo MA*GA l’artista Michele Lombardelli, che racconta ai microfoni di Arte Varese la genesi della sua personale, curata da Vittoria Broggini.
Michele, quando ha cominciato a sviluppare l’idea della mostra e che tipo di collaborazione è nata con la curatrice?
“La mostra nasce quando lo staff del museo MA*GA ha visto i miei lavori alla Fiera di Verona del 2020. ArtVerona aveva una sezione dove i musei selezionati potevano scegliere un artista per poi proporgli una personale. Questo progetto, che permette una collaborazione tra istituzioni museali e mondo dell’arte contemporanea, è noto come Level 0. Vittoria e i suoi collaboratori hanno pensato di scegliere il mio lavoro anche perché ci conosciamo da oltre vent’anni; non era una proposta al buio. La mostra in realtà avrebbe dovuto aprirsi nel 2021 ma per i motivi che ben sappiamo è stata posticipata e allestita in questi mesi. La scelta dei lavori ed il percorso sono stati molto più ponderati perché inizialmente l’esposizione doveva essere più piccola. Ma la mia ricerca, essendo vasta e variegata, ha portato gli organizzatori, la direttrice e la curatrice, a dare più spazio alle opere e di estendere l’esposizione al suono e ai libri. E’ chiaro che la pittura è la vera voce della mostra, ma non si è voluto tralasciare gli altri aspetti del mio lavoro”.
Perché ha scelto un “non titolo” per la mostra?
“Abbiamo pensato a “Untitled” perchè titolo “Senza titolo” quasi tutte le mie opere; poi a volte, tra parentesi, aggiungo una piccola spiegazione, ma non è necessaria. Parto sempre dall’idea che il lavoro è senza titolo come anche il mio lavoro sonoro è Untitled. Poi il nome dell’esposizione l’abbiamo declinato in inglese per semplicità di pronuncia, di messaggio e di immediatezza. Diciamo che il titolo della mostra non è altro che quello dei lavori”.
Untitled è allestita sia al MA*GA sia al terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa. Al Museo l’allestimento si sviluppa intorno alla produzione pittorica, a Malpensa invece?
“A Malpensa troviamo esposti una serie di dipinti e di serigrafie realizzati appositamente per i loro spazi. Si tratta di lavori a parete adatti per essere accolti in tre sale d’attesa dell’aeroporto, nello specifico quella dei voli internazionali, quella dei voli europei e una sala particolare per le autorità”.
Tornando alle opere esposte al MA*GA, ci può raccontare più nel dettaglio il progetto Untitled Noise?
“Il progetto nasce nel 2015-2016, ma ho sempre lavorato col suono a tanti livelli, ho già inciso dei dischi. Untitled Noise nasce con l’artista Luca Scarabelli per esigenza di affiancare e di posizionare il suono accanto al lavoro visivo. Il progetto si sviluppa con Luca perché ci legano un’amicizia decennale e anche una visione dell’intenzionalità molto simile. Siamo entrambi artisti visivi, io sono sempre stato vicino alla musica, mentre lui no e questo progetto è stata l’occasione di collaborare. Abbiamo portato Untitled Noise in tantissimi live in musei, centri sociali, teatri, accademie e ad oggi abbiamo realizzato più di venti o trenta concerti. Alle performance live si aggiungono anche tre registrazioni, tra cui il disco con Lino Capra Vaccina registrato proprio al MA*GA di Gallarate. Untitled Noise rimane un esperimento sonoro astratto e non definito così com’è anche il lavoro visivo. Il progetto rimane sempre aperto, in evoluzione e vicino all’attività di artista visivo”.
Ritroviamo l’astrazione, al centro del lavoro sonoro, anche nelle opere di pittura in mostra, cosa può dirci di questi lavori?
“Queste opere nascono a partire dal 2016-2017, il lavoro si è sviluppato su piccole dimensioni e poi si è espanso su grandi dimensioni. Entrambe hanno lo stesso valore, anche se è molto difficile lavorare sul piccolo. L’astrazione è fatta di contrasti e di dissonanze/assonanze e quindi qui torna ancora il suono. Il forte, il presto, ad esempio, sono dei ritmi di astrazione. In pittura non mi rifaccio né ad un periodo né ad un altro, è un vissuto che si trasforma in questo tipo di lavori”.
In effetti visitando la mostra al MA*GA si coglie un ritmo musicale e il pubblico prova un effetto di straniamento per i continui contrasti prodotti dall’accostamento delle opere, che – come ci racconta Lombardelli – non sono disposte per ordine cronologico o di formato. Sembra quasi di vedere uno spartito musicale, che si apre alla vista dei visitatori da angolazioni diverse.
L’esposizione, allestita negli spazi espositivi di Via De Magri, proseguirà fino all’8 maggio e sarà visitabile dal martedì al venerdì nei seguenti orari: 10 -18 e nel weekend dalle 11 alle 19.
Eleonora Manzo