"E' di una Dea ogni luogo sospeso che si rinnova", scrive Anna.
"S'Amor non è, che dunque è quel che sento", risponde Ludovico, citando il sommo Petrarca. "Quiete invernale, nessuna capacità, quindi nessun peccato", declama Paola, seguendo idealmente Alessandra, la quale celebra la stagione dei lunghi sospiri: "Autunno, persino gli uccelli e le nuvole sembrano vecchi". Perché, chiosa Valter, "È di una Dea ogni luogo sospeso che si rinnova".
Versi e trame e sospiri che si incrociano, si fondono, si legano e poi si lasciano. Eppure, neanche si sfiorano. Perché è sul mirabolante mondo di Twitter che tutto ciò avviene. Proprio così, sul più cinguettante dei social network, quello che ospita lanci di agenzia e appuntamenti galanti, elucubrazioni e barzellette, annunci e diverbi, opinioni e sentenze.
Ecco, proprio lì, sorge una (sempre più vasta) comunità di inguaribili romantici capitanata da Alessandra Coscino. La tribù si raccoglie intorno a un hashtag, #DonneInArte, e si cimenta quotidianamente con il più variegato citazionismo. Un'eterna capriola tra voci e sguardi, scatti e dipinti, frammenti e dettagli, colori, pose e, appunto, versi poetici. Unico imprescindibile perno, la femminilità: punto di riferimento di ogni riga, di ogni suggestione, di ogni iniziativa.
Ci sono #DonneNelCinema e #DonneInMusica, #DonneARighe
e #DonneAPois, #DonneInArmi, #DonneAColori e, appunto, #DonneinHaiku, ultima scommessa di Alessandra Coscino, sorriso dolce e occhi grintosi, laurea in matematica e passione per l'arte.
Lo haiku è un componimento poetico di origine giapponese. La sua introduzione risale al diciassettesimo secolo, è formato da tre versi di 17 more (l'unità di suono che determina l'accento) e spesso fa riferimento a una stagione.
Ma al di là del dettaglio tecnico, il lancio di #DonneinHaiku risponde a due precisi e affascinanti impulsi.
Da un lato, fondere a meraviglia le due anime culturali di Alessandra, quella scientifica e quella artistica: quella che razionalizza l'universo per riassumerlo in un denominatore e quella che fa polpette del calcolo sommergendolo di sensazioni. In nome di una contraddizione? Forse. Ma preferisco pensare a, chiamiamolo così, un armonioso ossimoro.
Dall'altro lato, rispondere presente alla prima condizione di Twitter: la sintesi, la forma contratta, l'emulsione linguistica, senza buccia e senza semi. La tecnologia è fredda, sostiene qualcuno.
A contatto con la poesia persino il più glaciale degli ingranaggi avverte un piacevole tepore.