Contro il conformismo – Il ritorno del generale a braccetto con la dama. Una delle più performanti, efficaci, brutali accoppiate dissacratorie che l'arte del Novecento abbia concepito, quella di Enrico Baj, nel pieno della sua trance surrealistica-anarchica, torna in mostra fino al 15 marzo alla Fondazione Marconi. E con il generale, quella affabulazione divertita, irriverente nel merito e nel metodo, nei confronti dei padreterni dell'arte, verso la stessa idea di seriosità, ma a piedi uniti anche contro il conformismo etico ed estetico.
Mostra e catalogo – A cinque anni dalla scomparsa dell'ultimo testimone delle avanguardie del dopoguerra, a poco più di due anni da quella preziosa mostra, sempre in Fondazione Marconi, che raccoglieva gli ultimi lavori del maestro, lo spazio milanese di via Tadino, torna ad omaggiare uno degli artisti che più di altri è entrato in relazione con il fondatore Giorgio e il figlio Giò, in uno scambio reciprocamente fecondo. Dame e Generali, il titolo dell'omaggio, in collaborazione con l'Archivio Baj, 'celebrato' per l'occasione da una nuova pubblicazione edita da Skira che raccoglie un'ampia selezione di immagini e di testi critici in merito al formidabile quindicennio in questione.
Folgorante stagione – 1960-1975, un periodo particolarmente febbrile, nella vita e nell'opera del futuro assessore alla cultura, per una brevissima stagione, peril Comune di Varese. Le dame e i militari rimangono anche ora tra i suoi cicli più noti di quella folgorante stagione culminata con la monumentale trilogia inaugurata con i Funerali dell'anarchico Pinelli, proseguita con la Nixon Parade del 1974, e conclusa con l'Apocalisse; ciclo le cui figure non a caso sono tutte confluite in alcune delle più importanti collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi; da Parigi a Milano, arriva per l'occasione il celeberrimo Generale del 1969, esemplare nelle tramature miste acrilici e collage, decorazioni, mostrine, nappe e cinturone, tanto da divenire la copertina del suo primo catalogo generale edito dalla Bolaffi nel 1973.
Inesauribili colpi di genio – Dames et Généraux, si intitolava un volume del 1964; liriche del francese Benjamin Péret, acqueforti di Baj. Parteciparono all'impresa editoriale anche Andrè Breton e Marcel Duchamp. Segno della centralità a quell'ora nella cultura europea, ma non solo quella del surrealismo e dintorni dell'artista vergiatese. Il modus operandi quello di Baj che fa propria l'idea stessa di istrionico travisamento della realtà sotto la specie dell'arte. I generali in tessuto, come ad esempio le figure in meccano, sono sagome umane che nella loro fisicità assumono dei tratti precisi, inequivocabili. Per il generale, nato da un processo metamorfico di una montagna, la brutalità, la vanità, la stoltezza del potere, di tutti i poteri. Minacciosi e risibili al tempo stesso, secondo la grande legge dell'ironia. A loro fianco, le Dame altrettante esibizioni di vuoto sotto nomi, titoli, orpelli altisonanti. Le due facce della società castrante, il lato A e il lato B dell'arroganza e della vacuità in un calembour inesauribile di colpi di genio.
Enrico Baj. Dame e generali 1960-1975
Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino, 15 – 20124 Milano
dal 1 febbraio al 15 marzo 2008
orari: da martedì a sabato 10.30-12.30/15.30-19
info: 02 29 41 92 32 – fax +39 02 29 41 72 78
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