Le riserve del Conte – La collezione d'arte contemporanea del Conte Giuseppe Panza di Biumo pare senza fondo e soprattutto senza scarti. Dopo avere attinto per le mostre dedicate a Dan Flavin (2004), Lawrence Carrol (2005) e Richard Long (2006), quest'anno è la volta di Joseph Kosuth, nato nel 1945 a Toledo (Ohio), tra gli esponenti di punta dell'Arte Concettuale. Le "riserve" del Conte consentono alla dimora del FAI di organizzare mostre di alto livello senza grossi oneri, valorizzando "in casa" un patrimonio che i musei del mondo si contendono.
Alle origini del Concettuale – Joseph Kosuth insieme a pochi altri fu tra i primi – negli anni '60 e in reazione alla estroversa Pop Art – a proporre una forma artistica ripiegata su se stessa, chiamata a riflettere sul proprio codice linguistico attraverso installazioni dove non è più il soggetto, la tecnica o l'intenzionalità creativa che conta, ma l'arte si mette a nudo per dimostrare tutto il suo potere autoreferenziale. L'arte che basta a se stessa – per semplificare – come sistema di segni non univoco e lineare, da verificare in ciascuna opera.
Sufficienza e rivelazione – Superata la sufficienza che tale forma d'arte può indurre, è invece molto intrigante accostare l'universo di Kosuth, il suo rigore compositivo che è frutto di pudore e stupore dinanzi al modo umano di comunicare.
Anatomie – Le installazioni che si trovano negli spazi spogli di Villa Panza sono anatomie filosofiche del linguaggio artistico, apparentemente fredde e distaccate, in realtà labirintiche e conturbanti, con un che di kafkiano, documenti dello scacco e dell'assurdo che l'artista analizza dall'esterno, esploratore silenzioso. Paradigmatica l'indagine sulla parola "niente" in sei lingue, con le locuzioni del vocabolario stampate in grande e rese pur "qualcosa" di linguisticamente attivo.
La filosofia "vita" dell'arte – Non esiste necrologio o azzeramento, un segno, purché riconoscibile, sarà sempre lì a dirci qualcosa. Quelli di Kosuth sono impeccabili e "dimostrativi" al massimo grado. Non pare vero per questo egregio artista quel che Hegel – gigante dell'Idealismo tedesco – profetizzò per l'Arte: di "…morire in filosofia..".Qui la filosofia del linguaggio è la materia prima dell'arte, che si dimostra funzionale a questo tipo di speculazione in quanto quintessenza della comunicazione.
Il Conte filosofico – Il Conte Panza (anche curatore della mostra) è stato pioniere anche con il Concettuale, attratto proprio dalla sostanza filosofica diventata discorso esteticamente valido e di immediata comprensione. Almeno, una volta accettato l'assunto basilare di questa forma d'arte, ovvero la messa in discussione dell'arte stessa come linguaggio. Ma, anche nel caso superlativo di Kosuth, non è in agguato il sofisma, il girare a vuoto, coniugato a un certo inevitabile ermetismo, se abituati all'arte tradizionale?
Dell'intuizione – L'antidoto potrebbe essere non ostinarsi a "capire" il discorso proposto, ma limitarsi a intuirlo, ad avvicinarlo, senza pretese di possederlo. Le installazioni di Kosuth sono comunque belle, calibrate, meditate, riunendo in sè esprit de géometrie ed esprit de finesse.
Il conte e l'operaio – Villa Panza ospita al meglio un maestro del genere, che con coerenza estrema, in semplicità e modestia, conduce il suo mestiere di "operaio della cultura" – come l'ha definito il Conte Panza, tra i primi e mai pentiti collezionisti dell'artista.
Arte è pensiero – Joseph Kosuth era allora poco più che ventenne, oggi è esposto nei grandi musei e sta partecipando alla Biennale di Venezia con un'installazione sull'Isola di San Lazzaro degli Armeni. Nei prossimi mesi si conta di averlo ospite a Villa Panza, che proporrà una serie di iniziative a corredo e commento di un'arte fondata sul progetto e sul pensiero, ma percepibile dai sensi.
JOSEPH KOSUTH. ARTE E PENSIERO 1965-1974
dalla collezione Panza di Biumo
19 luglio – 30 novembre 2007
Villa e Collezione Panza, Varese, Piazzale Litta 1
martedì-domenica, 10 – 18; lunedì non festivo chiuso
€ 10 intero (mostra+villa+collezione permanente)
€ 5 ridotto
tel. 0332 283960
e-mail: faibiumo@fondoambiente.it