Un momento dell'inaugurazione della mostraUn momento dell'inaugurazione della mostra

È stata inaugurata il 17 aprile al Castello Sforzesco di Milano una nuova interessante mostra, avente come tema "Le silografie nelle riviste italiane del XIX secolo", curata da Paolo Bellini e Barbara Germani.
La mostra comprende una selezione di silografie incise su legno di testa (o di punta) nel XIX secolo, utilizzate principalmente all'interno di riviste e periodici allo scopo di illustrare meglio una storia, o di far sorridere il lettore.

Un tuffo nel passato – La mostra riporta lo spettatore idealmente indietro nel tempo, mostrando come anche allora le riviste non erano in fondo molto diverse da quelle odierne: lo stesso spirito ludico e di svago, gli stessi scopi di intrattenimento. La differenza consiste proprio nelle pregevolissime incisioni che le illustravano e le decoravano, con una raffinatezza tecnica e una bellezza artistica che non ha pari rispetto alle immagini delle riviste attuali.

L'esposizione comprende più di 80 opere tra fogli sciolti e annate di riviste del XIX secolo (aperte in una delle pagine ritenute più interessanti), tutte provenienti dalla Raccolta Bertarelli. La maggior parte dei fogli sciolti è tratta da riviste dell'epoca, sconsideratamente ritagliate in passato da qualche collezionista poco avveduto.

I soggetti delle opere esposte sono molto vari: talvolta a scopo didascalico, le stampe venivano infatti utilizzate come vere e proprie illustrazioni per corredare gli articoli e le narrazioni contenute nelle riviste. Potevano mostrare, in alcuni casi, la determinata scena di una storia, mentre in altri casi erano utilizzate con scopi ludici, al pari delle vignette satiriche dei nostri giorni.

Di fatto, questi piccoli gioielli ripropongono dunque la varietà degli argomenti esposti nei periodici dell'800, fornendo così un interessante spaccato dell'epoca. Rientrano pienamente nei soggetti di queste opere le immagini di cronaca di avvenimenti e celebrazioni, di monumenti e architetture – con una sezione interamente dedicata a Milano – di luoghi esotici, di scoperte scientifiche, di personaggi politici del tempo, di riproduzioni di quadri e statue presentati nelle principali Esposizioni del tempo.

La curatrice Barbara Germani, parlando dei retroscena e dei dietro le quinte di quest'imponente iniziativa, ha commentato rispondendo ad alcune domande

Silografie, GorzaSilografie, Gorza

sull'allestimento del progetto:
"Quando è iniziato il lavoro organizzativo e di ricerca per questo progetto?"
"Circa un anno fa: abbiamo iniziato ad organizzare la mostra a fine maggio, inizi di giugno. E lentamente abbiamo poi definito in modo più preciso, in base alle opere che abbiamo trovato, il taglio da dare alla mostra".

"L'idea originaria da chi è partita?"
"Dal professor Paolo Bellini, che voleva fare una mostra ispirandosi al libro di Erico Gorza, di cui ha parlato: partendo da quello ha infatti iniziato a interessarsi molto delle silografie. All'inizio, ci ha dato come punto di partenza un elenco di autori, come il Mancastroppa o il Barberis, e altri, e da tale lista abbiamo poi cominciato a cercare le immagini: il lungo e bel lavoro di ricerca delle immagini. Le ricerche sono state svolte nell'archivio Bertarelli, ancora cartaceo. Una volta che abbiamo recuperato i fogli sciolti, abbiamo poi recuperato anche le riviste, dato che praticamente tutto il materiale proveniva da riviste. Da lì abbiamo deciso di prendere anche i volumi, e cioè la scelta dei volumi è stata successiva".

"Le matrici delle stampe, per caso le avete ritrovate?"
"Le matrici non le abbiamo trovate. So che la Bertarelli dovrebbe avere qualcosa su legno di testa, eccetera, però non le ho viste, quindi non so per certo che ci siano ancora. Un altro lavoro di ricerca è stato quello delle immagini dei quadri che eventualmente ritraevano i soggetti rappresentati nelle incisioni: ma questo, anche grazie ai motori di ricerca su internet, è reso in modo molto facile e rapido. Non di tutti abbiamo trovato qualcosa. Ad esempio, di Rimembranza non abbiamo trovato nulla; il Donatello è ancora abbastanza incerto se è quello di Santa Maria Novella. In alcuni casi oserei dire "attribuzione varia". Ad esempio, in un'incisione c'è scritto appunto proprio "Crocifisso di Donatello", ma non abbiamo ancora identificato quale sia, effettivamente. Anche delle statue, non è facile trovare il soggetto. In altri casi le ricerche sono risultate meno impegnativi: per esempio, del ritratto della regina Margherita abbiamo trovato le foto originali, e quindi è possibile fare un confronto tra l'una carta e queste ultime".

"L'intenzione della mostra sembrerebbe principalmente quella di rivalutare l'importanza artistica delle stampe silografiche, da sempre considerate non come vere o proprie opere d'arte, bensì come lavori di produzione artigianale. È così?"
"Sì, di solito le stampe hanno un valore documentario, mentre a mio avviso potrebbero avere anche avere un valore aggiunto, per la propria bellezza".

Le silografie nelle riviste italiane del XIX secolo
A cura di Paolo Bellini e Barbara Germani
Dal 18 aprile al 6 maggio 2013
Milano, Castello Sforzesco – Cortile della Rocchetta
Sala del Tesoro
Orari: da martedì a domenica, dalle 9.00 alle 17.00
lunedì chiuso
Ingresso libero