Cannobio – In ambito musicale da un accordo base composto da tre note che formano un’unica struttura armonica, è possibile ottenere due risvolti sino a tornare all’identico insieme di partenza ma un’ottava sopra, verso i toni acuti, una sotto verso quelli gravi.
Tale successione è reiterabile sino all’estrema estensione di qualsivoglia strumento musicale.
A livello plastico tale esempio si presta a comprendere l’impianto compositivo delle sculture di Angelo Bozzola.
Non a caso la mostra a lui dedicata, curata da Fabrizio Parachini, si intitola “Angelo Bozzola: una ripetizione differente” quale coerente seguito della personale tenutasi lo scorso anno presso gli spazi di Palazzo Parasi a Canobbio di nuovo con appropriato titolo “Angelo Bozzola. Un codice per una forma”.
L’attuale progetto è composto dalla collocazione di quattro sculture sul lungolago della cittadina del Verbano Cusio – Ossola.
Il percorso prende avvio con un’opera realizzata nel 1959, composta da nove moduli denominata “Multiplo – sottomultiplo”, a sottolineare come le teorie dell’artista si siano basate sul concetto di “superficie trapezio/ovoidale”.
L’ideale collocazione all’aperto definisce con maggiore valenza il rapporto tra spazio e dinamicità dei lavori esposti, dove una possibile lettura porta alla cinetica consequenzialità di singole parti, quasi fossero fotogrammi cinematografici.
Anche nel momento in cui le forme enunciano valenze plastiche non viene meno la tensione verso l’alto, mentre la sinuosità concava tende a conferire equilibro spaziale all’intero insieme.
Se volessimo liberare l’immaginazione in ambito narrativo e saggistico, nel primo caso potremmo leggere le successioni modulari come una sequenza per capitoli, nel secondo l’idea di un volo cristallizzato lì fermato da un concetto di simbolica di elevazione spirituale e materiale.
Angelo Bozzola Una ripetizione differente – Lungolago di Cannobio. Fino al 25 settembre
Mauro Bianchini