Nel 1967 Sol LeWitt scrisse “Paragraphs on Conceptual Art”, testo fondamentale per tutti gli artisti concettuali, quale identificazione di questi con un sistema di lavoro eseguito in modo metodico e logico.
A toccare con mano come LeWitt (Hartford 1928 – New York 2007) abbia conferito concretezza alla sua teoria concorre “Sol LeWitt. Between the lines”, in corso presso i suggestivi spazi della Fondazione Carriero a Milano, a cura di Francesco Stocchi e dell’architetto urbanista Rem Koolhaas.
Si snodano, allestite su quattro piani, alcune delle opere fondamentali del Maestro statunitense. Il succedersi di apparati modulari dove lo scheletro della forma non si chiude su se stesso, esplicita come tali strutture permettano percorrenze spaziali e visive.
A fare da ideale guida all’intera mostra, è il numero 46 elaborato in modo da svolgere le sue forme lungo le pareti dei tre spazi espositivi.
L’equilibrio tra scultura e piedistallo trova compimento in un rapporto diretto con l’estensione del pavimento, l’altezza delle pareti e la profondità dello spazio, non a caso i curatori hanno creato una serie di stanze dove tali relazioni si armonizzano vicendevolmente.
In un continuo di volumi chiusi e forme aperte, si arriva alla sala numero 8 divisa per due terzi da uno specchio che ne amplia le dimensioni e dove è stato messo in atto “Wall Drawing # 1104”, eseguito nel settembre del 2003 sui vetri di una finestra dell’ Edams Museum in Olanda, che nell’attuale contesto vede tracce di pennello susseguirsi in un minuzioso e infinito dialogo che a tratti si sovrappone ai fregi tardo barocchi della sala.
Sol LeWitt. Between the lines – Milano, Fondazione Carriero, Via Cino del Duca 4. Fino al 23 giungo. Orario: lunedì-sabato 11-18. Ingresso libero
Mauro Bianchini