La fondazione. Il convento francescano di Binago, dedicato a Sant'Antonio da Padova, sorge prospiciente Piazza Cavour, alle spalle della chiesa parrocchiale. Nato grazie alle ingenti somme versate dal Sergente Maggiore Martino Pasquale de Molinos, la costruzione effettiva ebbe inizio soltanto solo dopo la sua morte, per concludersi intorno al 1640. È del 1696 la lunga epigrafe posta nella chiesa conventuale che riassumeva le vicende della fondazione ricordando il munifico fondatore.
Il convento sorse su un modesto rialzo, vicinissimo appunto alla parrocchiale, in una posizione molto favorevole. La struttura dell'edificio, nel suo complesso, si è conservata anche se non è a prima vista facilmente distinguibile date le modifiche subite negli ultimi secoli.
Agli inizi dell'Ottocento il convento fu trasformato in abitazione privata, a carattere signorile. Ciò nonostante è possibile comunque ricostruirne l'originale impianto.
Nell'angolo sud-orientale del complesso sorgeva la
San Francesco
chiesa, di sui si conservano tutt'ora le murature esterne con la visibile curvatura della zona absidale. Il convento vero e proprio aveva probabilmente la forma di un quadrilatero irregolare: sulla fronte principale, a sinistra della facciata della chiesa, si apre un semplice ma elegante portico retto da sobrie colonne. All'estremità di questo corpo di fabbrica si innesta un fabbricato più corto che probabilmente non risale all'epoca della costruzione originaria, nel sono arcate e volte in mattoni.
Alle spalle di questi edifici si apriva il cortile, circondato forse su tutti i lati da costruzioni, in parte destinate all'alloggio dei frati ed in parte ad uso rustico. Tale doveva essere la situazione ancora verso la metà del 1700, mentre cent'anni dopo i lati esistenti erano solo tre, ed il complesso aveva una pianta ad U. sulla fronte esterna del corpo di fabbrica settentrionale sono visibili massicci contrafforti.
Non è fuori luogo supporre che il convento fosse riccamente decorato con affreschi e forse stucchi, e che nella chiesa si trovassero molte tele.
La diaspora dei beni artistici. Nella seconda metà del Settecento venne valutata la situazione del convento di Binago: essendo occupato da meno di dodici frati, ne
venne decretata la soppressione. Cominciò così una vera e propria diaspora degli arredi e di tutte le "proprietà artistiche".
Gli stalli lignei del coro della chiesa vennero destinati alla collegiata di S. Stefano ad Appiano. Il gruppo ligneo che si conserva nella chiesa parrocchiale raffigurante il Crocefisso e S. Francesco potrebbe benissimo provenire dal convento. Il Santo si trova ai piedi della croce, con un piede poggiante su un globo, e abbraccia Gesù che ha solo un braccio inchiodato, con un effetto di travolgente pathos. Nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Monello si conserva invece un quadretto d'ignoto pittore che raffigura S. Francesco nel momento di ricever le stigmate dal Crocifisso circonfuso di Serafini.
Sempre nella chiesa di S. Giovanni Battista rimane la statua lignea di Sant'Antonio da Padova, a cui era dedicato il convento, mentre fino al 1973 nella chiesa di S. Maria si poteva ammirare una tela di dimensioni ragguardevoli che rivestiva il ruolo di pala d'altare della chiesa conventuale, come risulta da un inventario del 1770. La statua lignea segue lo schema iconografico tradizionale con il Santo che tiene in braccio il Bambino mentre distribuisce il pane ai poveri.