In occasione dell'evento di debutto, gli artisti in mostra sono invitati a presentare ognuno il proprio punto di vista, il proprio modus operandi e la propria poetica, dialogando in un'atmosfera di luce nascente.

Si fa tridimensionale la pittura di Lorenza Boisi che presenta una costellazione luminosa di ceramiche, i cui colori e le cui forme vivono contemporaneamente di luce propria e di luce riflessa, come quella dei lavori di Lindsey Bull, per l'occasione gialla, che avvolge di mistero figure in procinto di compiere un qualche sconosciuto rituale o tese nella concentrazione di un istante, sulla soglia che separa realtà e illusione. 

Un equilibrio caro per certi versi anche al lavoro di Michael Lawton, pittore e scrittore, che porta a Yellow alcuni tra i suoi ultimi lavori, immagini che vivono di una certa ambiguità, ispirate da un preciso istante, di cui l'autore stesso non saprebbe scrivere adeguatamente. 

Atmosfere di luce e atmosfere di mistero anche per il lavoro in mostra di Lucia Veronesi, un'animazione pittorica video, che vive del processo stesso di accumulo ed elaborazione delle immagini-collage intorno alle quali Lucia ha costruito la propria poetica. Jacopo Casadei rende omaggio a Yellow con i suoi più recenti dipinti, dove l'elemento figurativo si è perso in una sapiente combinazione di velature e gesti misurati, esito di una metodica indagine dei limiti e delle potenzialità del segno. 

Kate Hiley porta in Italia un'unica opera, Big Yellow, dittico, in cui è in atto la lotta tra liquefazione e ricostruzione della natura, sulle note di un giallo andante. Di luce, infine, vive anche la ricerca di Jill Mulleady, che esplora i potenziali di supporti come pellicole e superfici riflettenti in dialogo con il colore, lo spazio e il corpo.

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