Anversa – A comporre la personale di Leiko Ikemura “Rinding the waves”, in corso alla Galleria Tim Van Laere, concorrono opere comprese tra gli anni ’80 e il 2021.
La sfera creativa dell’artista giapponese è animata da una profonda connettività tra natura umana, animale, vegetale e minerale al fine di raffigurare l’eterna circolarità della vita: dalla nascita alla percorrenza che porta alla morte sino ad arrivare ad un nuovo rinnovamento.
Leiko Ikemura a partire dagli anni ’70 ha vissuto in diverse città europee frequentando seminari in differenti accademie d’arte e stringendo proficui rapporti con artisti incontrati nel corso di tali esperienze, maturando una interculturalità che l’ha portata ad operare dalla figurazione all’astrazione muovendosi tra disegno, pittura e scultura con predilezione per la terracotta e il bronzo.
La mostra in corso propone tematiche legate al mondo femminile in stretto rapporto con elementi naturali toccando temi che vanno dalla sensualità onirica, con forme fluttuanti in paesaggi sinuosi, a corpi in fluida transizione attraverso luoghi privi di confini sino a creare la condizione di passaggio tra la carne e lo spirito. La tenuità dei colori rimanda all’idea di leggerezza, di mancanza di peso gravitazionale, di armoniosa fusione tra la materia e l’interiorità della forma.
Altro soggetto distintivo nell’arte di Ikemura è la figura del coniglio quale simbolo di istintiva intuizione, di estrema sensibilità, di velocità d’azione ad ogni vibrazione circostante.
A definire le intenzioni dell’artista concorrono alcune sue considerazioni: “Originariamente ‘usagi’ significava coniglio o lepre in giapponese, ma il significato della parola va oltre. Sottolineo che questa parola dovrebbe includere tutti gli esseri universali. ‘Usagi’ dovrebbe diventare una nuova terminologia per la nostra consapevolezza di tutti i tipi di esseri cosmici e il nostro amore per loro”.
Leiko Ikemura – “Rinding the weaves” – Anversa, Galleria Tim Van Laere, Jos Smolderenstraat 50. Fino al 2 aprile. Orari: martedì sabato 13-18.
Mauro Bianchini