Lonate Pozzolo – Come in Dorian Gray Daniele Ossola dona ai suoi soggetti eterna giovinezza.
Lavorando con la tecnica fotografica dello still–life compone nature morte rendendo protagonisti assoluti della scena accostamenti di frutta e ortaggi creando mondi a parte, decontestualizzati dai rispettivi ambienti naturali nobilitandoli in armoniosa unicità compositiva posta su sfondo nero quale unico scenario possibile per una rappresentazione che li rende, in quel contesto, interpreti assoluti.
Quale appassionato d’arte Ossola personalizza nelle sue immagini l’idea che da Caravaggio porta a Manet, a Cezanne, fino a Picasso.
Immobili sul proscenio le composizioni di Ossola paiono indurre all’attimo che precede l’inizio della recita ma anche alla sfilata dell’intera compagnia teatrale a fine recita facendo intendere una cadenza spaziale compresa nei due estremi scenici.
Abbiamo incontrato Daniele Ossola nel corso dell’allestimento della personale “Terre et Rêveries” a cura di Cristina Moregola, mostra compresa nella seconda edizione “Della Natura e dell’Arte”, che si inaugura sabato 2 ottobre alle 19 presso la Ex Dogana Austroungarica a Lonate Pozzolo.
Hai scelto lo still-life riferendoti a composizioni con frutta e ortaggi con lo scopo di creare una cifra stilistica che possa renderti immediatamente riconoscibile a fronte di altri fotografi?
“Non è questo il mio scopo, personalmente preferisco il dettaglio e lo still-life mi permette di agire in tale direzione. Cerco di lavorare in sottrazione nel tentativo di avvicinarmi il più possibile alla purezza”.
La scelta di comporre nature morte ha riferimenti specifici alla pittura?
“Amo molto la pittura, prima di arrivare alla fotografia mi sono avvicinato alla pittura inoltre sono molto legato, in prima persona, al lavoro in campagna, amo coltivare e seguire l’evoluzione naturale del mio impegno, come toccare la terra sentirne il grado di umidità o la consistenza, tali esperienza mi ha portato a comprendere come ogni elemento racchiuda in sé una nobiltà tale da farlo assurgere ad opera d’arte”.
Oltre ai grandi della pittura e alla tua esperienza diretta con la natura a quali altri riferimenti culturali ti sei affidato?
“All’architettura innanzi tutto, quando progettavo tendevo all’essenzialità, alla pulizia assoluta, cercavo quell’elemento in grado di definire il carattere dell’ambiente. Queste idee mi hanno portato ad avvicinarmi allo still-life”.
Frequenti Facebook e Instagram, non pensi sia svilente per un fotografo pubblicare i propri lavori su piattaforme la cui fruibilità è estremamente veloce negando la possibilità di una analisi profonda e in molti casi il tutto risulta visibile sull’irrisorio spazio di un cellulare?
“Instagram e Facebook sono strumenti abbastanza superficiali dove non viene messa in risalto la singola qualità dei lavori pubblicati. La velocità con cui ruotano le immagini impedisce analisi accurate e approfondite. Personalmente tendo a dare poco peso a questi strumenti, tendo al privato e meno al pubblico”.
Fermare in una immagine frutta e ortaggi porta a evocare valenze simboliche come fermare il tempo rendendo vacua la sfioritura e la marcescibilità, come accade agli esseri umani.
“Frutta e verdura sono indubbiamente legati ai ritmi della natura, ai ritmi delle stagioni così come la nostra vita è scandita da ben distinte fasi esistenziali. Trovo però che i tempi della natura siano sempre meno paragonabili alla frenesia con cui conduciamo anche solo la nostra quotidianità. La mia idea di still-lfe più che dare l’idea di volere fermare il tempo, tende a fare apprezzare la cadenza del tempo”.
Daniele Ossola – “Terre et rêveries” – Lonate Pozzolo -Ex Dogana Austrungarica, Via del Gregge SNC. Inaugurazione sabato 2 ottobre ore 19. Fino al 31 ottobre. Orario: sabato e domenica 10-18
Mauro Bianchini