E' contemporaneo al Monumento ai Caduti di Roncade il gruppo in bronzo realizzato a Saronno da Libero Spartaco Andreotti intorno agli anni Venti. In quel torno di anni, infatti, inizia per lo scultore nativo di Pescia, la stagione dei complessi monumentali: nel 1922 il monumento funebre a Luigi Bertelli, più noto come Vamba, autore delle avventure di Gian Burrasca.
Quello di Saronno raffigura l'Italia turrita, l'allegoria nell'aspetto di giovane donna con il capo cinto da una corona muraria con relative torri, una sorta di monumentale matrona dai contorni netti e decisi come quelli dell'arciere del frontone del Tempio di Aphaia a Egina. Accasciato ai suoi piedi un soldato esangue.
Nel basamento, un rilievo incorniciato con donne e bambini che piangono il soldato, novello Ettore, "Ai prodi Saronnesi/ che/ per una Madre – L'Italia/ lasciarono le madri/ 1915 – 1918".
Molteplici e ricchi di spunti i temi che derivano dal maestro Andreotti: l'insegnamento, le difficoltà a misurarsi con l'attività monumentale, l'arte sacra, il quattrocentismo e il cézannismo, il tema della danza ispirato dal successo dei balletti russi, la sua
attività nel campo delle arti applicate e la collaborazione con Gio Ponti per la Manifattura Richard Ginori, il simbolismo e l'impressionismo, l'attività di illustratore e la caricatura.
Poche le esposizioni monografiche recenti, eccezion fatta che per quella allestita nel 2000 a Firenze, promossa nell'ambito del progetto Memoria del Novecento/Arte d'oggi. La rassegna metteva al centro la ricchezza della cultura figurativa dell'artista toscano attraverso una serie di confronti con opere di pittori e scultori internazionali. Lì, gli accostamenti e i raffronti con Aristide Maillol, Ernesto De Fiori, Oscar Ghiglia, Felice Carena, Ferruccio Ferrazzi e Arturo Martini, aprivano uno squarcio sulla complessità della vicenda plastica dello scultore Andreotti nella quale confluirono memorie e suggestioni di esempi figurativi antichi e moderni, segnando al contempo la via su cui si porranno protagonisti come Arturo Martini e Marino Marini.