Milano – Oltre 40 opere  ripercorrono la fase creativa più matura dell’artista Luisella Traversi Guerra nella personale dal titolo L’ideale della maestria, allestita al Museo della Permanente.
La ricerca è caratterizzata da una cifra espressiva che ruota attorno alla Natura e a quel crogiuolo di forme, luci e colori che riesce a generare e rigenerare. La natura, da sempre al centro degli interessi dell’artista è il luogo in cui l’uomo avverte la propria arcaica appartenenza alla terra.

Muovendosi da suggestioni impressioniste, passando da Van Gogh all’amatissima Georgia O’Keeffe, il segno del Traversi Guerra si fa più materico, attingendo alla grande tradizione naturalistica lombarda, quella di Ennio Morlotti ma anche di Piero Giunni e Ilario Rossi.

Questa densità determina una vera e propria rivoluzione che si realizza grazie all’immaginario della pittrice. Passo dopo passo, il floreale vira verso l’informale, le tracce di figurativo scolorano nell’astratto, in un afflato di spiritualità. Nello stesso tempo l’artista modifica il suo modus operandi, passando dalla pittura a olio, alla tempera fino all’acrilico.

“Ho sperimentato molto e ora ho più capacità di gestione delle densità, – precisa Luisella Traversi Guerra – riesco a creare grumi utilizzando il bastoncino di legno per dare l’effetto a mosaico, oppure trasparenze liquide e impalpabili, quasi spirituali. Una vera scoperta è stata anche la spugna che mi permette di stendere, rimuovere, mediare, e poi ancora agire fino al risultato ideale”. La serie dei Materici espressivi è infatti una ricerca sulle possibilità degli acrilici abbinati ad altri componenti, in modo da dare espressione a uno spessore più consistente del lavoro pittorico e soddisfare un bisogno di concretezza o di basso rilievo alle immagini”.

Proprio il ciclo dei Materici espressivi risulta di fondamentale importanza nell’itinerario artistico dell’artista, non solo per la nuova centralità “materica”, quanto per la presenza ricorrente del cerchio che si ritrova nelle sue opere come Rosa Mistica del 2009. Icone, in cui “il bisogno di unità, di devozione e di gratitudine – sottolinea la pittrice – spinge ad aprirsi alla dimensione della preghiera”. Il “cerchio”, la “preghiera” sono due parole chiave del suo vocabolario, che non vanno trascurate, ma anzi accolte nel loro senso mistico.

L’artista penetra l’essenza della natura, spingendosi in direzione di un intimismo lieve, venato di sensualità, trasognato, ma sempre frutto di un’esperienza vissuta, gratificante o sofferta, schermo interiore di episodi della vita sedimentati nella memoria e successivamente riemersi.

Accompagna la mostra, che sarà visitabile sino al 24 aprile, un volume (edito da Skira), con testi di Franco Marcoaldi e Chiara Gatti. Orari al pubblico: lunedì – venerdì 10-13/14.30 – 18.30; sabato – domenica 11-13/14.30-18.30.

Note biografiche

Luisella Traversi Guerra (Borgonovo Val Tidone, PC) è pittrice e scrittrice. Trascorre parte della sua infanzia a Parigi. Rientrata in Italia, per anni gestisce con dedizione ed entusiasmo la direzione e la valorizzazione delle risorse umane nella azienda di famiglia; si specializza maturando un’esperienza decennale nell’analisi comportamentale e nello sviluppo della qualità nell’ambiente di lavoro, diventando relatrice in conferenze.
Coltiva la passione per la pittura nel tempo libero, ma sempre di più si rende conto che il suo cammino di conoscenza e crescita si intrinseca profondamente con l’esperienza artistica e particolarmente con il mondo pittorico che le appartiene. Per questo la sua pittura diventa mezzo per esternare una profonda ricerca interiore, attraverso immagini simboliche e la sperimentazione di diverse tecniche. Se la sua pittura è un mezzo per esprimere il processo che anima la vita interiore dell’artista, la scrittura ne completa l’espressione, ampliandone la gamma di valori e sentimenti rivelati.
Negli anni espone più volte negli Stati Uniti d’America, in Cina, in Giappone, a Singapore, in Olanda, in Francia, in Inghilterra, in Germania, nel Principato di Monaco, in Lussemburgo, in Svizzera, in Ungheria, in Turchia, in Corea e in Belgio. Dal 2004 l’artista inizia a proporre il suo lavoro anche in Italia.