Mendrisio (CH) – Vi sono condizioni umane e storiche tali da portare un individuo all’uso di uno pseudonimo per definire se stesso e il proprio operato, quale irrisolto problema di identità, tanto più se tale scelta è maturata quando non esistevano leggi di marketing che utilizzavano tali funzioni a fini economico- commerciali.
Lo pseudonimo con cui Ralf Winkler accomuna uomo e artista pare probabile conseguenza della condizione geopolitica del suo paese natale: quella Germania che dall’ascesa di Hitler in poi non aveva fatto nulla per farsi amare dal resto del mondo, in più coadiuvata dall’italica demenza fascista e a guerra terminata divisa in due da regole di politica internazionale.
Arriviamo di conseguenza a A.R.Penck.
Due nodi lo tormenteranno per tutta la vita: il rifiuto all’ammissione dell’Accademia di Dresda e la disillusione nei confronti del socialismo reale.
Percorrerà un’esistenza mossa da un onnivoro desiderio di sapere, tanto da approfondire studi in ambito filosofico, scientifico, psicologico sino, a seguito dei suoi soggiorni negli Stati Uniti alla musica Jazz.
In ambito creativo spazia dalla pittura alla scultura, dal disegno alla xilografia, sino ad esprimersi su grandi superfici con segni sempre più ascrivibili a grafemi dai tratti infantili e primordiali, in stretta corrispondenza con il tormentato gigantismo di figure umane e animali.
A definire il percorso artistico di A.R. Penck (Dresda 1939- Zurigo 2017) concorre la retrospettiva a cura di Simone Soldini, Ulf Jensen e Barbara Paltenghi Malacrida, in corso presso il Museo d’arte di Mendrisio composta da oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro oltre a una settantina di opere su carta corredate da alcuni libri d’artista.
L’inquietudine di un’anima divisa in due crea percorrenze che vanno dalla sintesi estrema di alcune sculture al convulso affollamento espresso su una serie di tele mosse da sfondi frastagliati entro i quali sagome umane e animali paiono provenire da incisioni rupestri.
Il succedersi schizoide di piccoli colpi di pennello porta a un invasivo pulviscolo che pervade le figure al punto da alimentare l’enfasi primordiale di sopraffazione e sopravvivenza magistralmente espressa in “How it works”, esemplare allusione alla ferocia del genere umano.
Il secolare impianto narrativo e immaginifico del mondo pare compiersi in “Situation ganz ohne Scharz” dove a fronte di una orrifica presenza fiabesca si pone la figura mitologica di un centauro sorretta da una aerea sagoma aliena.
L’intera opera di A.R. Penck configura in un percorso ellittico che va dal colore usato come moto continuo alla stilizzata e antropologica sagoma umana, dall’essenzialità del silenzio all’omogenesi del tutto.
A.R. Penck – Museo d’arte Mendrisio, Piazzetta dei Serviti 1. Fino al 13 febbraio 2022. Orari: martedì-venerdì 10-12/ 14-17. Sabato e domenica e festivi 10-18. Biglietti: intero Euro 12, ridotto Euro 10.
Mauro Bianchini