Miguel Gotor ne “L’Italia nel Novecento” ci fa percorre la storia partendo dai governi Giolittiani fino all’era di Amazon. Porta in evidenza i momenti difficili della modernizzazione tra i paesi europei e quelli affacciati nel bacino del Mediterraneo.

L’autore si rivolge al lettore ad ampio spettro e presenta il testo in due modi originali.

Il primo testo affronta i nodi cruciali della storia del Paese con la chiarezza dello storico che esamina i tempi leggendone, senza presunzione, i confronti e i dibattiti che hanno caratterizzato i vari passaggi degli ultimi trent’anni depurandoli dalla matrice ideologica e militante.

Il secondo testo affronta in modo chiaro senza revisionismi e in chiave generalizzata i fenomeni che hanno attraversato e spesso trafitto il paese partendo dal 1966 fino a metà degli anni ’80. Il nuovo atteggiamento del terrorismo possiede novità particolari e prese di distanza forse anche per ragioni di tipo generazionale.

Scritto con un taglio divulgativo e un’impostazione rigorosa, il libro si rivolge a un pubblico ampio e non a esclusivo uso del settore.

Le tematiche affrontano con piena consapevolezza i dibattiti revisionistici che hanno attraversato il confronto storiografico epurandoli della loro origine ideologica e militante. Giungendo così, attraverso una scrittura sintetica e generalizzata a trattare, cercando di fare chiarezza, i fenomeni cruciali come i movimenti sociali, la violenza politica, le lotte armate, lo stragismo e il terrorismo interno e internazionale.

Leggere questo libro ci porta ad acquisire una visione approfondita e laica della nostra storia, conducendoci a comprendere meglio il periodo in cui viviamo.

La storia lascia tracce indelebili e cancellarle od occultarle è di certo una tra le massime colpe degne dell’inferno dantesco.

Enzo Calandra