Il Sacro Monte di Varese è un sito “seriale”, fa cioé parte di una serie di “nove percorsi ritmati da cappelle” realizzati tra la fine del XV e del XVII secolo lungo l’arco alpino, tra Piemonte e Lombardia. Le vie sacre, ispirate al modello di Varallo, sono state edificate a Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Ossuccio e vicino a noi, a Varese. Chi risale abitualmente la strada delle nostre Cappelle – e sono in tanti a farlo – conosce ogni costruzione, lo sguardo delle figure rappresentate, tutti quei piccoli particolari che rendono unica la montagna sacra, meta di pellegrinaggio fin dai tempi antichi.

La leggenda dice che nel luogo in cui si trova il santuario dedicato alla Madonna già nel IV secolo esistesse una modesta cappella fatta costruire da Sant’Ambrogio come ringraziamento per la vittoria sugli ariani. Siamo incantati da questa interpretazione dei misteri del Rosario che è diventata patrimonio dell’Unesco nel 2003, insieme agli altri 8 Sacri Monti e dallo splendore di Santa Maria del Monte, luogo di culto mariano. Sappiamo che i Sacri Monti vennero edificati per i pellegrini che non potevano più raggiungere la Terra Santa, solcando un mare reso infido dai terribili pirati saraceni. Sappiamo che San Carlo Borromeo volle farne un baluardo dell’ortodossia contro l’avanzata della Riforma protestante.

E’ quindi bello scoprire che è possibile arricchire e rinnovare questa conoscenza. La mostra LO SGUARDO SUI SACRI MONTI, I nove Sacri Monti Prealpini – fotografie di Marco Beck  Peccoz, dimostra infatti che la loro bellezza ha sempre nuove sfaccettature da offrire. Lo vediamo nelle belle immagini e lo scopriamo nell’intento di questo progetto di Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese e Parrocchia di Santa Maria del Monte in Varese, realizzato grazie al sostegno di Regione Lombardia e alla collaborazione di Regione Piemonte.

Mons.Erminio Villa, arciprete di santa Maria del Monte, sottolinea che questa mostra “offre una visione d’insieme. Certamente ognuno di noi ha una personale conoscenza del territorio – afferma – ma pochi hanno uno sguardo che vada al di la’ della nostra regione. C’è poi un’attenzione al turista che visita i siti, parte dell’eredità dell’uomo, e il desiderio di educare il pellegrino che compie questi percorsi. Vogliamo anche valorizzare il patrimonio della fede, perché viviamo un tempo in cui molti se ne allontanano. Da un punto storico – continua mons.Villa – è bello sapere che questi Sacri Monti sono nati più o meno nella stessa epoca, ma con attenzioni diverse e si ispirano tutti a san Francesco, perché la prima intuizione di raffigurare gli eventi del Vangelo in maniera plastica è stata l’esempio di Greccio”.

“Nella sequenza dei sacri Monti si delineano gli aspetti essenziali della fede: Varallo narra la vita, la passione e la morte di Gesù in 44 cappelle e una basilica e rappresenta i luoghi simbolici della Terra Santa, Orta racconta la vita di San Francesco, Oropa è dedicato alla storia della Vergine Maria, il nostro Sacro Monte e quello di Ossuccio rappresentano i misteri del Rosario. Ghiffa, Belmonte e Domodossola, invece, i misteri della Via Crucis”.

‘Lo sguardo sui Sacri Monti’ presenta gli aspetti essenziali del Cristianesimo attraverso immagini comprensibili a coloro che conoscono i Vangeli e a tutti quelli che sanno guardare con intelligenza. Mi piace il titolo della mostra, parla dello Sguardo, uno sguardo che oggi va educato. Ogni singolo scatto è stato scelto con attenzione per incuriosire chi lo guarda e portarlo a pensare: se è così bella una cappella, chissà quanto possono esserlo le altre e il Santuario!”.

La mostra comprende 51 pannelli fotografici e 14 pannelli di informazioni storico-artistiche che raccontano i nove Sacri Monti prealpini: il tutto comporrà un  volume fotografico di qualità, con funzione divulgativa. In un percorso itinerante che la vede allestita a Palazzo Lombardia a Milano (fino al prossimo 5 gennaio) e a Varenna, sul Lago di Como (fino al 4 aprile) la mostra “Lo sguardo sui Sacri Monti” verrà visitata da molti turisti italiani e stranieri e avrà diffusione anche a livello internazionale.

Gli scatti sono di Marco Beck Peccoz, fotografo free-lance al lavoro con i maggiori gruppi editoriali italiani, tra cui L’Espresso, RCS Periodici, Mondadori, Edizioni Conde’nast, La Stampa e Le Monde. “Sono stato contattato per questo progetto  dall’editore di libri d’arte Silvana, con cui collaboro da parecchi anni  – spiega Peccoz. – I Sacri Monti avevano bisogno di un’unità di vedute, di immagine, perché sono stati fotografati molte volte e da tante mani diverse”.

“L’editore mi ha chiesto di darne una mia interpretazione. Non era una cosa facile, visto il valore architettonico, artistico e culturale di questi luoghi. Allora li ho fotografati cercando di assecondare i momenti della giornata, le tonalità della luce, lasciandoli sostanzialmente quello che sono. Non c’è bisogno di fare niente: sono belli e, come tutte le cose belle, se uno ha un po’ di mestiere nel fotografarli, vengono bene. Trascorrendo tanto tempo nei siti mi sono reso conto che le cappelle testimoniano la precisa intenzione di far conoscere la storia della Terra Santa al popolo del Nord Italia. Si volevano comunicare delle emozioni e, in effetti, alcune delle statue che ho fotografato a Varese sono in qualche modo mostruose, molto realistiche. Ho avuto la fortuna di potermi trovare all’interno delle varie cappelle negli orari più strani, nella  completa solitudine. Non ho mai parlato con le statue, ma talvolta, mi sentivo osservato! Per me è stato un privilegio poter fotografare i nove Sacri Monti – conclude Peccoz – perché ogni singola cappella ha un’affascinante storia da raccontare”.

MOSTRA FOTOGRAFICA ITINERANTE

fino al 5 gennaio 2018 – Palazzo Lombardia – Via Galvani 27, Milano

Aperta da lunedì a venerdì dalle 10.30 alle 18.30                                                    INGRESSO GRATUITO

fino al 4 aprile 2018 – Villa Monastero – Varenna

www.villamonastero.eu, www.sacromontedivarese.it

 

Chiara Ambrosioni