30 luglio 2022. Vent’anni dopo aver dipinto il primo quadro appoggio i piedi nelle mie stesse orme e ripercorro mentalmente gli oltre 150 eventi e mostre che mi hanno portato ad amalgamare i miei scarni colori alla musica e alla poesia.
Mi confronto con il passato per immaginare un futuro possibile. Mi rendo conto che molte delle sensazioni che ho provato durante i miei viaggi hanno trovato casa in uno scritto, in un quadro o in un brano musicale e questo fa dei miei gesti qualcosa di compiuto, mi rende sereno. Forse ho davvero lasciato una traccia.
La sveglia è sempre alle 6:38. L’orario in questi due decenni non è cambiato. Tra l’altro oggi dovrei essere in ferie. Devo recarmi ugualmente al lavoro però esco prima, torno a casa in fretta, prendo lo zaino e vado al mare.
I colori del sogno, quelli son decisamente mutati. Ora c’è un blu oltremare arioso, un giallo miele e un arancio tangerine che si mescolano serenamente ma senza tregua. Sul gesso spatolato stendo prima il blu con uno straccio per la polvere. I graffi restano ammorbiditi dall’acqua del mare che ho raccolto in un barattolo in cui sciacquo lo straccio, il pennello e qualche ferita rimasta lì a ricordarmi che tutto sempre scorre.
Il sale brucia un po’ sui tagli ma non ci faccio caso più di tanto. Mi accorgo invece che ho le mani opache di vernice: mi son sporcato parecchio per arrivare fin qui. l mio strumento è la penna, non il pennello. Con la pittura ho sempre avuto un approccio primitivo. Poca tecnica, molto stupore.
La musica che mi accompagna invece è ben diversa: questa volta l’ho composta io. E’ azzurra, omogenea, niente tensioni estreme.
L’HandPan risuona come una campana tibetana, detta il tempo ai pensieri, come se la semplicità fosse davvero la madre di tutte le meraviglie. Alla fine respiro, riguardo più volte quel che ho dipinto e lo confronto con il tramonto che ho davanti. Sì, ha lo stesso sapore di speranza che germoglia, di fiducia luminosa, d’attesa silenziosa.
A fianco il mio bimbo si diverte con le dita a schizzare i colori sul suo cartoncino. Non si è accorto delle lacrime che mi rigano il viso, delle ombre, che ora forse son davvero guarite.
Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso
30 luglio 2022.