Il maestro che ha cavalcato il xx secolo: un catalogo completo, con più di mille immagini, per conoscere l’opera di Giancarlo Sangregorio; uno scultore di spicco nel panorama internazionale, che rappresenta un ponte tra l’arte moderna e quella contemporanea.
Il progetto del catalogo ragionato delle sculture dell’artista – presentato alle Gallerie d’Italia – è stato voluto dalla Fondazione a lui intitolata e da Elena Pontiggia – storica dell’arte italiana – che ne delinea l’importanza:
«Il lavoro di Sangregorio è il più completo ed emblematico di tutta la ricerca della scultura nella seconda metà del XX secolo, perchè muove da concezioni realiste e figurative, giungendo, attraverso vari materiali, ad una ricerca non figurativa, astratta, ma che ha dentro di sé la stessa tensione esistenziale che c’era nelle prime opere. I cataloghi generali sono sempre importanti, ma in questo caso, nel caso di Sangregorio – un artista che ha sperimentato tanti materiali e tante ricerche espressive diverse – è fondamentale ed è merito della Fondazione Sangregorio, di Francesca Marcellini e di Angelo Crespi, aver promosso questo importante strumento di conoscenza; è un libro che documenta tutti i passaggi della sua ricerca e ce lo fa capire».
Un artista che, pur nella modernità, ha conservato le radici profonde del mito secondo Andrea Mascetti – Commissione Arte e Cultura della Fondazione Cariplo:
«Abbiamo incontrato l’opera di Sangregorio che ha la sua casa studio, la sua Fondazione, a Sesto Calende. Ci siamo intrattenuti sul significato dell’opera dello scultore: è stato un uomo che ha attinto molto dai miti, da tutta l’antichità e dal mondo arcaico; le sue opere ricordano cromlech, menhir, sono realizzate con elementi antichi come la pietra, legno e vetro. Molte sue opere richiamano i grandi spazi euroasiatici, le stirpi mongole, come le bellissime tende di feltro che ricordano, sostanzialmente, le antiche case di quei popoli che attraversarono la steppa. Tutto, nell’artista, sembra richiamare ciò che è arcaico, mitico e ciò che in qualche modo ci introduce al simbolo e a quel che nella modernità, dove un’altra potenza è diventata dominante – la tecnica – probabilmente ci manca; e alla quale siamo come uomini costantemente richiamati. In questo Sangregorio è stato un grandissimo maestro».
Chiara Ferrario – della Fondazione Sangregorio – fa un appello ai collezionisti per catalogare l’intera opera:
«Questa conferenza stampa, tenuta alle Gallerie d’Italia, vuole anche richiamare i collezionisti del maestro, al fine di poter inserire le loro opere nel catalogo ragionato edito dalla casa editrice Skira – che verrà pubblicato l’anno prossimo: il catalogo tratterà solo le sculture e quindi vorremmo contattare e richiamare tutti i collezionisti che lo desiderano».
Per risvegliare l’attenzione sullo scultore e sul ruolo che gli compete nel panorama della scultura italiana ed europea, Angelo Crespi – Direttore artistico della fondazione – sottolinea l’importanza dei partner:
«Sono molto contento che la presentazione del progetto, del catalogo generale di Sangregorio, sia avvenuta nella prestigiosa sede di Gallerie d’Italia, che è il museo di Bancaintesa ed uno dei luoghi più importanti della cultura italiana, anche perché credo che la valorizzazione del patrimonio non possa non passare che dai privati. Una grande istituzione, come Bancaintesa, che si mette a disposizione del nostro patrimonio è un’idea fantastica. Non a caso abbiamo voluto che Bancaintesa – che è anche proprietaria di un’opera monumentale di Sangregorio – fosse uno dei nostri partner. Un partner che spero ci accompagnerà non solo per il catalogo, ma anche per un’esibizione: una mostra che possa dare il senso definitivo della grandezza di uno scultore che non deve essere dimenticato».
Daniela Gulino