Per una città visibile – Pensare la città futura è l'obiettivo che il piano Strategico di Area Vasta si è preposto e che vede coinvolta nel progetto anche la Fondazione Bandera. A lei il compito di apportare alla pianificazione del territorio un apporto creativo, strutturato attraverso mostre, un concorso e alcuni incontri che stimolino la riflessione sul tema. Il primo di questi ha visto intervenire il critico letterario e scrittore Luca Doninelli, docente presso l'Università Cattolica di Milano e autore di romanzi di ambientazione urbana.
La componente umana – Sullo sfondo dei quadri di Ossola ha inizio la riflessione di Luca che, prendendo a spunto un testo di Giovanni Testori, sottolinea l'importanza della relazione tra la vicenda umana e lo spazio urbano. Presenza umana assente nelle opere di Ossola e a partire dalla quale, invece, Doninelli imposta il discorso sulla città. Il destino della città dipende dal nostro atteggiamento nei suoi confronti, nel modo di viverla, e, soprattutto, di raccontarla.
Milano sì – Il riferimento immediato è alla cara Milano che Doninelli, pur bresciano di origini, sente sua. Milano è una città adottiva, è l'unica città che ti permette di diventare milanese, che ti tiene con sé. E di esempi ne propone moltissimi, primo fra tutti Leonardo Da Vinci o lo stesso S. Ambrogio. Ma Milano è anche città dell'anonimato, che rende tutti invisibili e dove la comunicazione umana è ormai precaria. Un 'atteggiamento frenante' sembra albergare nei milanesi e ne impedisce una progettazione urbana sensata e definitiva.
Milano no – Da qui il carattere frammentato della città, il suo animo multiforme costituito da infinite realtà non collegate tra loro che impedisce il reperimento delle risposte alle domande più banali. Milano città dalle oltre 90 etnie diverse, dei loft, ma anche delle baraccopoli e dei divani in affitto. Milano dai confini indefinibili, città diffusa, città di Kebab e patria dell'Happy Hour. Come mettere ordine in questa città dai mille volti? C'è solo un modo per poter progettare il futuro della città ed è conoscere il suo presente. Perché i milanesi sono i primi a non conoscere la loro città, vivono frammentati, così come i pendolari fruiscono solo il loro pezzetto quotidiano di Milano.
La città possibile – Raccontare la città è la soluzione auspicata da Doninelli, perché il racconto permette di creare quei collegamenti mancanti, quei link che finora sappiamo sperimentare solo su Facebook e simili. La medesima rete di collegamenti che vive in internet dovrebbe essere praticabile anche nella vita quotidiana, rendendo fruibili le informazioni necessarie a conoscere e a vivere sul serio la propria città. Come Milano quest'area vasta' di cui siamo a volte incosapevoli abitanti necessita urgentemente di qualcuno, soprattutto i giovani, che abbia voglia di calarsi dentro a pieno per iniziare a conoscerla davvero.