A due protagonisti dell'Arte Americana, James Turrell e Robert Irwin, è dedicata la rassegna allestita in Villa Panza, organizzata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano. Una mostra di respiro internazionale che intende documentare la ricerca e la poetica di due artisti già presenti nella Collezione di Varese dagli anni Settanta, grazie alla sensibilità e la lungimiranza di Giuseppe Panza di Biumo che commissionò loro le opere site specific "Varese Portal Room", "Varese Scrim", "Varese Window Room" (1973) di Irwin e "Sky Window I", "Sky Space I" e "Virga" (1976) di Turrell.
Già nei primi lavori di Turrell manca la materialità: l'opera non è un oggetto, non è un quadro con una cornice. Oltre ai dischi, anche le colonne di Irwin non sono concepite come oggetti in senso tradizionale poichè rifrangono la luce e l'immagine con l'intento di dar vita ad un'esperienza particolare.
L'altro elemento sul quale i due autori si sono a lungo concentrati è il colore: Irwin ha progettato negli anni Novanta il colorato giardino del Getty Center a Los Angeles e nei lavori più recenti, con i tubi al neon, rivela grande attenzione allo studio dei colori e delle loro modalità di interazione.
Panza è stato uno dei pochi collezionisti ad aver visto lo studio di James Turrell a Santa Monica, il Mendota Hotel, dove l'artista realizzò i suoi primi lavori. Tra questi il Mendota Stoppages in cui Turrell oscurò tutte le finestre e praticò piccoli fori per lasciar penetrare la luce nello spazio buio della stanza, creando particolari fenomeni luminosi.
L'interesse di Giuseppe Panza per queste prime sperimentazioni ha aiutato molto la carriera di Irwin e Turrell e sicuramente i lavori dei due artisti hanno profondamente influenzato l'approccio di Panza all'arte in generale.
Con Maria Nordman, altra artista che Panza conobbe a Los Angeles, Irwin e Turrell hanno incentrato la loro speculazione proprio sulla luce e sul suo controllo, con l'obiettivo di plasmarla e di scolpirla.