Busto Arsizio – “Sono partito dal figurativo poi, pian piano, sono arrivato all’astratto interrogando sempre più quello che era dentro di me, nella mia anima”. Così si racconta l’artista bustocco Ferdinando Pagani ospite, con la personale intitolata “Luci, colori, vibrazioni”, nelle sale di Palazzo Cicogna.
Nello spazio espositivo di piazza Vittorio Emanuele ha portato l’esperienza, il vissuto di trent’anni di ricerca artistica, attraversando approfondimenti di tecnica, stili e sperimentazioni. Negli anni cambiano i soggetti ma un particolare rimane e scandisce la sua narrazione: l’attenzione al colore al quale ha dedicato diversi cicli pittorici. Non solo. Accanto allo studio cromatico, l’artista sperimenta e utilizza anche il bitume dal quale ottiene nuove e particolari suggestioni espressive. Fondi neri, lucidi, avvolgenti, sui quali risaltano i colori che si fanno luce conferendo alla scena quella severa e irreale drammaticità.
“Ho avuto una felice esperienza con la musica, trasportando la mia pittura nelle vibrazioni delle composizioni. Mi hanno ispirato soprattutto le sinfonie di Mozart, in particolare il “Requiem”, sul quale ho creato quadri interessanti “.
Una spiritualità che si libera nelle opere d’Arte Sacra dove Pagani giunge non tanto con il segno quanto con il colore che pian piano “evapora”, diventando evanescente e creando suggestioni.
E a proposito di temi religiosi, una sezione della mostra è dedicata a”Dio è Amore” la grande tela donata e visibile all’oratorio dei Frati Minori di Busto Arsizio e che qui viene presentata nei disegni preparatori e in una riproduzione fotografica. A questo dipinto l’artista dedica un incontro aperto al pubblico sabato 10 ottobre, nel corso del quale spiegherà la genesi del dipinto, dalla preparazione sino alla realizzazione.
Dopo tante esperienze arriva anche per Pagani il momento in cui portare sulla tela ciò che l’occhio cattura non basta più. Ed ecco che, come capita a tanti artisti, avverte la voglia di raccontare le proprie emozioni e i soggetti che ora vengono rappresentati non sono più quelli su cui si posava lo sguardo ma diventano, come lui stesso dice, scorci dell’anima.
“Negli ultimi lavori cerco di “parlare”, a chi guarda i miei quadri, raccontando le sensazioni che provo, presentando una sorta di paesaggio del mio essere e della mia poetica”.
Una nuova espressione che passa anche attraverso il formato dell’opera: le grandi tele lasciano il posto ai piccoli lavori dove l’artista trova e concentra la sintesi, l’essenza dei pensieri che racconta con i colori, in una dimensione di purezza di sentimenti ed emozioni”.
La mostra è visitabile sino al 18 ottobre nei seguenti orari: da martedì a giovedì 14.30-18; venerdì 9.30-13/ 14.30-18; sabato 14.30-18.30; domenica 15-18.30. Gli interessati all’incontro di sabato 10 ottobre che si svolgerà in due differenti orari, ale 15.30 e alle 17, dovrà prenotare alla reception della mostra o telefonare allo 0331-635505.
E.Farioli