L. Fontana, Concetto spazialeL. Fontana, Concetto spaziale

Genesi dello Spazialismo – L'arco temporale preso in considerazione dalla mostra curata da Simone Soldini e Luca Massimo Barbero coincide con una fase creativa del tutto nuova ed essenziale nella storia artistica di Lucio Fontana, sfociata nel 1949 con i Concetti spaziali, teorizzati già tra il Manifesto Blanco, del 1946 e in seguito affermati nel Perché sono Spaziale, del 1952 e ancor prima anticipati intuitivamente nel termine ‘Concetto spaziale' posto ai margini di un suo disegno, andato perduto.

E sua elaborazione – La mostra si concentra essenzialmente sulla genesi e sulla elaborazione della "nuova dimensione" scoperta da Fontana e sviluppata negli anni successivi. Si evidenzia così il ruolo connotativo, in questa fase artistica di Fontana, del disegno. Il disegno è in diretto dialogo con le opere "pittorico-scultoree", così ben reso dalla mostra di Mendrisio, tanto da percepirne il valore semantico, non ancora del tutto esplorato. Occorre, infatti, cogliere l'importanza del legame profondo che esiste tra il segno, che diventa disegno, comprensibile oppure no, in quanto pura trasformazione visiva del pensiero dell'artista su carta, reso a matita, a china, gouache, biro,…e le opere, che non sono più entro i generi canonicamente riconosciuti: pittura, scultura, …ma acquistano una nuova dimensione: "Né pittura né scultura: forme, colore, suono attraverso gli spazi" ci dice, ancora oggi, Lucio Fontana tramite le sue opere.

Luca Massimo Barbero a sx e Simone Soldini al centroLuca Massimo Barbero a sx e Simone Soldini al centro

Buchi, Ambienti, Nature, Tagli – Costituiscono le lettere di un alfabeto, che si manifesta attraverso le opere – sculture e ancor prima, tutto intero o quasi, nei disegni, che le anticipano e le accompagnano nella loro creazione a formare un linguaggio, che ha dato all'arte contemporanea la possibilità di varcare la tridimensionalità della materia e percepirne un'altra definita da Lucio Fontana "spaziale". Egli stesso ha scritto: "Io buco, passa l'infinito di lì, passa la luce, non c'è bisogno di dipingere. Tutti han creduto che io volessi distruggere: ma non è vero, io ho costruito, non distrutto".
Una cinquantina di opere su carta, si possono ammirare insieme alla prima Scultura spaziale del 1947, al celebre Ambiente Spaziale a luce nera, 1949 oltre ad alcune opere in ceramica e non solo, ‘bucate', fino ai Gessi, alle Aniline e agli Inchiostri. Il percorso si conclude con le Nature e con i primi Tagli, Forma, 1959: un epilogo che è tutt'altro che distruttivo, come abbiamo visto.

La collaborazione – L'esposizione si è valsa della stretta collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, che ha dato in prestito opere significative dell'artista, al fine di rendere chiaro il più possibile il dialogo tra disegni e opere. Una mostra originale per la particolare attenzione riservata ai disegni dell'artista. Aspetto quest'ultimo, che potrebbe riservare ulteriori fertili approfondimenti, se saranno seguite le orme tracciate da questa esposizione. Un catalogo con la riproduzione di tutte le opere e i disegni e due saggi esaustivi dei curatori accompagnano l'esposizione ticinese dedicata ad uno dei più grandi innovatori dell'arte contemporanea.

 

LUCIO FONTANA, 1946-1960
Il disegno all'origine della nuova dimensione
Mendrisio Museo d'arte, Piazza San Giovanni
19 settembre – 14 dicembre 2008
A cura di Simone Soldini e Luca Massimo Barbero
Orari : ma-ve 14-17; sa-do e festivi 10-12 / 14-18
Info 0041 91 646 76 49 / www.mendrisio.ch