Un nome tra allievo e maestro – Domenica 18 maggio è una data importante per la SOMS (Società di Mutuo Soccorso degli Operai di Viggiù) di Viggiù. Un nuovo ed ampio spazio viene inaugurato sotto il nome di Rosario Franzi (1914-1986). Quest'ultimo è stata una personalità sostanziale per la società; dal 1932 come allievo di arte e stile nella scuola, diplomatosi dopo i 4 anni canonici, con i quali si poteva accedere all'Accademia di Belle Arti di Brera per l'ammissione ai Corsi Artistici ed Artigianali. Fino al 1962 è stato poi un docente di scultura nella stessa realtà scolastica viggiutese. La sua carriera da docente prosegue per una decina d'anni alla scuola di Candoglia, dove muovono i primi passi i futuri artisti del Duomo di Milano.
Era il 1862 – Viggiù è da sempre paese ricco di maestranze artistiche. Fin dal XIX secolo è luogo di interesse per l'operato degli scalpellini. Artisti e artigiani che col tempo, e ancor più dopo l'unificazione del 1861, reclamano una realtà che sia loro più vicina, un miglioramento economico ed intellettuale. E' il lontano 1862 quando alcuni viggiutesi, pionieri in Italia, danno vita al 'Mutuo Soccorso fra gli Operai', situazione denominata poi nel 1865 'Società di Mutuo Soccorso degli Operai di Viggiù'. Una Società che vede tra i suoi primari scopi quello filantropico, in particolare l'appoggio finanziario agli operai, costretti in situazioni disagiate o colpiti da malattia. Il lavoro degli scalpellini e dei marmisti, nelle numerose cave della zona, porta con sè una forte valenza artistica. Anche da questo punto di vistala società viene incontro alle esigenze di questa gente. Dal 1864 con Pietro Avanzini, si sente il bisogno di creare una scuola comunale di disegno. E' il 1873 che viene inaugurato il primo anno accademico, con il supporto e il sussidio del Regio Governo, del Comune e della Provinciale Camera di Commercio.
Sui banchi della storia – Una vera e propria scuola, d'alto livello, che preparava i giovani allievi insegnando innanzitutto loro la copia dal vero. Quello che era utile all'insegnamento di un secolo fa, è ancora in buona parte visibile alla Soms. Numerosissimi ancora oggi i busti, i fregi, le sculture di grandi dimensioni, conservate nei locali della Scuola, che venivano copiati dagli alunni. Parte del lavoro di ordinamento dei gessi è stato eseguito, negli anni scorsi, da alcuni allievi del Liceo Artistico 'A.Frattini' di Varese, guidati da Bruno Fasola. Raccoglitori dal sapore di passato, riordinati, puliti, anch'essi quasi totalmente catalogati. Un archivio prezioso con disegni, bozzetti, schizzi a china e carboncino, matita, esempi di disegni pittorici e geometrici. Ogni fascicolo riporta in testata il nome dell'alunno, con date e corso svolto. Stupisce la giovane età degli allievi e i risultati artistici ottenuti. Oltre agli iniziali corsi di disegno e plastica per marmisti, nel 1906, con l'aiuto del Ministero dell'industria, venne aggiunta una sezione pratica per l'insegnamento della scultura e dell'intaglio in marmo e pietra.
Gocce di memoria – Giovanni Cocchi è il primo Presidente della SOMS dal 1862 al 1864; tra quelli onorari invece si leggono i nomi di Giulio Rossi negli anni' 70, Enrico Molina negli anni '80 e Monsignor Gianni Danzi. La SOMS grazie alla fedeltà e all'impegno dei suoi componenti ha superato il periodo bellico con la durezza del Fascismo. Un periodo di estrema crisi segna la società quando entra a far parte dell'attualità il cemento, con la conseguente chiusura delle cave. La scuola d'arte sopravvive però fino agli anni '60. Anni questi in cui si apriva la possibilità d'iscrizione alla Società anche alle donne.
Come siamo oggi – Dal 1991 la SOMS ha iniziato a ristrutturare l'edificio in Via Borromeo, oggi sede della Società. Tre piani colmi d'arte storica. L'antica scuola d'arte è rinata a livello hobbistico, a partire dal 1992, intitolandola 'Bottega dell'Arte Martino Longhi'. Si tengono annualmente oltre ai corsi di scultura, disegno, pittura, lezioni di fotografia, modellato, fusione in bronzo. Una volontà di tenere viva quella che è stata una realtà forte, innovativa se vogliamo, in un paese che per la sua arte si è sempre distinto. Ancora oggi a 146 anni dalla sua nascita, la Società trova il coraggio di rinnovarsi. Ne è l'esempio l'impegno dimostrato nella sistemazione del salone a piano terra, che verrà presentato al pubblico il 18 maggio. Sulla parete di fondo della sala è stato realizzato da membri della Società una veduta della Chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Viggiù. La stessa immagine che decorava il sipario del teatro, attrattiva entrata negli interessi dei membri viggiutesi a partire dal 1865, quando il salone al piano terra viene arricchito da un piccolo ma grazioso palco teatrale. Un nuovo ambiente che permetterà la realizzazione di manifestazioni non solamente artistiche, proseguendo l'attività storica della Società.
SOMS Viggiù 1862
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