Bruxelles – Soprannominata dagli amici “L’Uragano” per la forza e l’essenzialità schematica delle sue sculture e per il passionale uso del colore a Germaine Richier (Grans, Provenza 1902 – Montpellier 1959) viene dedicato dalla Galerie de la Bèiraudière una retrospettiva dal titolo “Germaine Richier and colour” che oltre a mettere in risalto il suo operato artistico evidenzia, con una mirata documentazione, anche il profilo umano.
La Richier è stata una delle prime scultrici francesi ad avere il proprio lavoro riconosciuto a livello internazionale.
Già dai primi anni ’50 sue opere sono state esposte in prestigiosi musei europei, negli Stati Uniti e in Sud America arrivando ad essere la prima donna accolta al Museo d’Arte Moderna di Parigi e poco dopo al Museo Picasso di Antibes.
Le sue sculture, tutte percorse da una essenzialità assoluta di tratto, incarnano il tormento e la fatica di una donna che ha interpretato il dramma proprio e dell’umanità, percorsa dalle lacerazioni della seconda guerra mondiale.
Il colore usato dall’artista in tutto il suo dinamismo espressivo allude alle turbolenze interiori con cui ogni individuo tende a misurarsi tanto nel privato quanto nel sociale.
Le sue figure sono prercorse da vibrazioni continue e inesauste sino a liberarsi dal rigore statico e, come venate da flussi sanguigni, paiono apprestarsi alla dinamicità del movimento.
“Germaine Richier and colour” – Bruxelles – Galerie de la Bèraudiére, 6 rue Jacques Jordaens. Fino al 29 aprile. Orario: martedì-venerdì 10-18
Mauro Bianchini