I fautori dell'Arte Romanica – Renzo Dionigi, Rettore dell'Università dell'Insubria, nell'introdurre la presentazione del libro "Magistri comacini, storie antistorie misteri e leggende 1723-1962" ha espresso i motivi che lo hanno indotto, insieme a Claudia Storti Storchi, docente di Diritto medievale a scrivere questo libro, dall'aspetto così massiccio per numero di pagine, ricchezza di fonti e direi, anche esteticamente in sintonia con l'arte romanica, che, con le parole di Vittorio Sgarbi: "…costituisce il frutto dell'opera artistica dei Magistri Comacini", i quali in ogni pagina sono i veri protagonisti della storia raccontata: la storia dell'arte della Padanía, con l'accento tonico sulla ‘i', come Lombardia.
I motivi – il primo: la constatazione obiettiva che il nostro territorio presenta numerosissime testimonianze, quasi una concentrazione esclusiva rispetto a tutta l'Europa di chiese rustiche espressione di un'arte alta realizzata dai Maestri Comacini. Esse non sono ancora conosciute ampiamamente, come le più note basiliche, esemplari dell'arte romanica: la Basilica di S.Ambrogio a Milano e il Duomo di Modena, con l'impareggiabile opera scultorea ideata da Wiligelmo, prosecutore della tradizione plastica lombarda in terra emiliana. Il secondo motivo, nasce dall'analisi della storiografia dedicata ai Maestri Comacini, interamente svolta e approfondita dal testo, che copre un arco di tempo ampio, dal 1723 al 1962, e che si interrompe alle soglie degli anni sessanta. Ciò ha creato un vuoto, fino ai nostri giorni, di ricerche e studi dedicati specificatamente a questo affascinante argomento della storia dell'arte. Le fonti, inoltre, indicano una prevalenza di autori e testi stranieri, tra i quali spicca Artur Kingsley Porter, che è stato il primo tra i medievisti americani ad avviare uno studio scrupoloso, con la produzione di ricche documentazioni, anche fotografiche, dell'archeologia medievale nell'area lombarda.
La controversa etimologia – ecco il terzo motivo – del nome Magistri Comacini; generalmente fatta risalire alle presunte origini comasche delle maestranze, in realtà è la meno probabile. Infatti, già negli editti di Rotari e Liutprando si trova la denominazione di commacini, intesi però non come provenienti da Como, ma come componenti di collegi di costruttori ai quali venivano riconosciute dei diritti, ma anche delle chiare responsabilità ad esempio nell'esecuzione e nello svolgimento dei lavori per l'esecuzione di quelle chiese, che rappresentano esempi straordinari di architettura romanica e altomedievale. L'importanza dell'analisi di fonti diverse e non canoniche per la storia dell'arte, come ad esempio quelle giuridiche, può costituire un mezzo per ampliare le conoscenze storico-artistiche. Dunque, il volume dimostra come un approccio metodologico ampio nella ricerca storica possa contribuire a far luce sulla storia dell'arte, che si può avvalere di varie competenze specialistiche in altri settori della ricerca accademica.
Vasari e la Padanía – Giorgio Vasari determinò per moltissimo tempo il destino della storiografia artistica, in quanto la sua predilizione per l'arte toscana, razionale, ordinata, basata essenzialmente sul disegno la pose in una posizione di forza rispetto all'arte espressione, invece, di passione, irrazionalità, slancio, presente nel territorio identificabile con la Lombardia, l'Emilia Romagna, con la Valle Padana, culla dell'Arte Romanica. Per molto tempo non si ebbe la consapevolezza dell'importanza dell'Arte Romanica, a causa dei giudizi di totale discredito, che il Vasari stesso aveva speso nei suoi confronti. "…Grazie a storici dell'arte del secolo passato, come Pietro Toesca, Roberto Longhi, e Francesco Arcangeli, allievi a cascata l'uno dell'altro…" spiega Vittorio Sgarbi "L'Arcangeli è stato il massimo titolare di una ricerca, che, contro il Vasari, recuperò all'attenzione e diede identità geografica, storico-artistica a quell'area che venne denominata Padanía coerentemente con l'etimologia di altri nomi di luoghi interessanti lo studio." Con tale battesimo, a tutti gli effetti, l'Arte Romanica si è inserita ufficialmente nella storia dell'arte tra il periodo bizantino, e il gotico assumendo una propria forte identità.
Straordinario precursore – Il linguaggio romanico trova uno straordinario precursore in quell'artista che realizzò i dipinti di Castelseprio, che rappresenta un mirabile esempio della civiltà padana. Infatti, i suoi dipinti rappresentano la rottura con il linguaggio bizantino, astratto e divino e si trasforma, invece, in un linguaggio personale, fisico, dettagliato. A Castelseprio si riconosce un codice artistico innovativo, che rompe con il precedente ed emerge la personalità definita e distinta del ‘maestro di Castelseprio'.
La lacuna colmata – Tantissime altre storie, antistorie, misteri e leggende si potranno scoprire leggendo questo libro, che per gli studiosi si rivelerà inesauribile di informazioni, spunti e fonti dalle quali attingere per ampliare ulteriormente gli studi, in quanto è la summa di tutto quanto è stato scritto sui Magistri Comacini, con nuovi apporti e conclusioni illuminanti. Per i non specialisti del settore rappresenta una finestra aperta su un paesaggio, che serba una ricchezza artistica inimmaginabile.
Conoscere e comprendere le radici della cultura di una civiltà, significa conoscere le sue migliori espressioni e l'arte è una di queste. Attraverso l'arte una civiltà esprime i propri sogni, la propria visione del mondo, i propri valori, il proprio atteggiamento verso la realtà personale e collettiva. Comprendere ciò è utile per migliorare il presente e progettare il futuro.
"Magistri Comacini. Storie antistorie misteri e leggende"
Autori: Renzo Dionigi e Claudia Storti
1723-1962"
€ 75
Edizioni Cardano