Venezia – La delicata creazione composta da Barbara Downs dal titolo “Making my own paradise” in tre distinti momenti, propone al visitatore altrettante cadenze visive e meditative.
Inizialmente la terra prima dell’abitare, a seguire lo spazio popolato, sopra l’azzurro del cielo solcato appena dal candore di alcune nubi di passaggio a segnare una minima cadenza temporale.
In tale piccolo Eden il tempo appare sospeso tanto da permettere la percezione di soavi aliti di vento in lenta percorrenza sopra il manto erboso e oltre, sino a perdersi nell’azzurro del cielo.
In quel panorama incantato, i toni di verde paiono esprimere il respiro della terra, mentre il grande casale si rende garante di operosa ospitalità, così l’azzurro del cielo impone l’elevazione dello sguardo al fine di dare vita ad un pacificante respiro liberatorio.
L’opera di Barbara Downs ( vive e lavora a Santa Cruz, in California) va oltre alla pur intensa relazione tra l’essere umano e il luogo entro il quale si compie la quotidianità di quest’ultimo, poiché in “Making my own paradise” si scorgono profondi elementi interiori.
Nel suddividere il suo lavoro in tre distinte parti l’artista statunitense ha scandito le regole primarie della psicanalisi composte dall’Es, dall’Io e dal Superio, ma senza supponenza rendendo tale scansione estremamente poetica.
Barbara Downs – “Making my own paradise” – Palazzo Mora – Strada Nuova 3659. Fino al 24 novembre. Orario: mercoledì-lunedì 10-18
Mauro Bianchini